Speculazione energetica e moratoria

l'opinione di Lucia Chessa

E la moratoria fu. Lo aveva detto, lo chiedevano tutti, lo ha fatto.

E tutti vissero felici e contenti? Non credo.

Il topolino partorito dalla montagna della giunta Todde, ha bloccato i lavori dei parchi eolici e fotovoltaici in corso, fino all’ individuazione delle aree idonee e alla scrittura di un nuovo piano energetico regionale, tutte cose effettivamente indispensabili per governare la necessaria transizione verso la produzione di energia rinnovabile.
Mancano, va detto, per le clamorose inadempienze della giunta Solinas, per quel non fare indolente e forse interessato che ha caratterizzato gli ultimi 5 anni e che, per altro, non ha impedito a consiglieri ed assessori uscenti di cavalcare la protesta arringando la folla sulla necessità di una mobilitazione popolare contro in nuovo assalto coloniale.
Visti e sentiti io, lo giuro. E questo è il primo dei tanti paradossi di questa storia tragica e squinternata.
Quindi questa è la novità. Il disegno di legge che stiamo chiamando moratoria, quando sarà approvato dal consiglio regionale, blocchera’ alcune decine di cantieri aperti oggi in Sardegna.
Invece, le circa 800 richieste di autorizzazione in corso, per la costruzione di altrettanti grandi impianti di eolico e fotovoltaico, andranno regolarmente avanti, forse persino con maggiore tranquillità, visto che, come dirà la ggggeeeente, tanto ora che c’è la moratoria saremo tutti salvi.
Ma davvero saremo salvi?
Io non so quanto durerà la discussione in consiglio per l’ approvazione del disegnodi legge, non so con quali criteri si stabiliranno i siti idonei o non idonei ad ospitare gli impianti, non so che forma e che visione avrà il nuovo piano energetico, non so se impiegheranno 3, o 6 oppure 10 mesi a predisporre e rendere operativo il tutto.
Quello che so per certo è che quando avranno terminato, e comunque “non oltre 18 mesi”, i cantieri ripartiranno (forse anche con richiesta di risarcimento), ma soprattutto è sicuro che centinaia di progetti saranno stati nel frattempo autorizzati e allora è li che vorrò vedere.
Io aspetto perché non mi è chiaro come si potranno dirimere le contese per progetti autorizzati su aree nel definite inidonee a posteriori, e non mi è chiaro neanche se autorizzazioni già attive potranno condizionare l’individuazione delle aree idonee e non idonee, e non mi è chiaro niente perché davvero è difficile prevedere come si finirà.
Certo, aspetto, ma non posso non osservare che, coloro che oggi a Cagliari propongono la moratoria, sono esattamente gli stessi che ieri, a Roma, disponevano le norme i cui effetti, con la moratoria, si vorrebbero per un attimo bloccare.
Poi c’è Soru, nelle vesti di salvatore della patria, che dopo aver ignorato la questione per tutto il tempo in cui era un alto dirigente del PD, e cioè fino a 3 mesi prima delle elezioni, e dopo aver candidato alle regionali, nella sua lista di Progetto Sardegna, ex parlamentari che avevano tranquillamente votato le norme che estrometteva le istituzioni sarde dalle decisioni relative alla produzione di enargia da rinnovabili, oggi, dopo essere andato a lezione dai comitati, cerca di portare a Sanluri la capitale della resistenza sarda, formulando una proposta di moratoria tardiva, molto tardiva.
Ma, per fortuna, la resistenza sarda non ha una capitale, è diffusa in ogni luogo e ancora lo sarà se la moratoria non avrà, come io spero, un pericoloso effetto di smobilitazione.
Io avrei preferito che la Presidente prendesse in considerazione la proposta di moratoria dei comitati che bloccava anche i procedimenti autorizzativi. Avrei preferito che abbandonasse il proposito di ascoltare gli investitori prima del civismo organizzato dei comitati, avrei preferito che la politica sarda fosse vigile nella tutela degli interessi di tutti, ma non è stato così, da parte di nessuno.
Quindi, suggerisco di non esagerare con le manifestazioni di giubilo per il pericolo scampato. Suggerisco invece di ripassare la storia della Sardegna e dell’italia degli ultimi 4/5 anni per vedere chi ha fatto cosa.
Di modo che, quando tra 18 mesi o anche meno i cantieri ripartiranno alla grande, non si cada ancora nella trappola di un governo regionale che ancora una volta vestirà i panni di vittima del “cattivo” governo di Roma. Non è così. I sardi sono artefici delle loro fortune e delle loro sfortune
Il film del vittimismo e delle mani legate, purtroppo, lo abbiamo già visto mille volte in Sardegna, sia col centrodestra che col centro-sinistra.
Cosa è mancato alla presidente Todde per l bloccare i procedimenti autorizzativi? Il coraggio? La volonta? La forza? ….
E per i bloccare pochi cantieri e nessuna autorizzazione, era addirittura necessario far arrivare un altro “genio” dal Continente cosa di cui ieri ci informavano i quotidiani? Non ne avevamo funzionari in Sardegna in grado di scrivere un provvedimento che a stretto giro verrà impugnato dallo stato ed annullato? Così siamo messi?

Dico la verità, non che miaspettassi niente di buono, ma a me la pezza è sembrata peggio del buco, poi sarà il tempo a dirci se è davvero così.

Però esorto i cittadini sardi resistenti, e i comitati, a non mollare, a non arrendersi, a non cedere il passo come a dire che tanto ora sono arrivati “quelli bravi “.

Non è così.

Chi crea il problema, o lo ignora per anni, o si sveglia dal letargo solo quando il problema esplode, difficilmente potrà essere “quello bravo”.

di Lucia Chessa

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