La sequenza sismica che sta interessando Santorini in questi giorni è di natura prettamente tettonica e non vulcanica, come ipotizzato da molti. La sequenza è davvero poderosa, tant’è che sono già stati registrati centinaia di eventi sismici, alcuni anche di magnitudo medio-forte, localizzati per lo più a una profondità compresa tra 9 e 18 km. Ipocentri abbastanza “profondi”, che fanno appunto pensare a un’attività sismica causata da faglie e non da movimenti magmatici.
Gli eventi sismici si estendono in un’area lunga 35-40km e larga 30km circa. In effetti, l’intera sequenza, salvo alcuni eventi sismici più deboli avvenuti nel centro di Santorini, interessa un’area nota per la presenza di un enorme sistema di faglie normali (ovvero una tipologia di faglia lungo la quale, al momento del sisma, il blocco roccioso scivola verso il basso rispetto all’altro). Si tratta del sistema di faglie di Amorgos. Queste faglie generarono, il 9 luglio 1956, uno dei terremoti più potenti della storia recente (relativa alla Grecia e al Mar Mediterraneo): un evento di magnitudo 7.8, a cui seguì, solo 13 minuti più tardi, un secondo terremoto di magnitudo 7.2.
Il sisma innescò uno tsunami e causò molte vittime e feriti. Nonostante i due eventi sismici così forti e l’estrema vicinanza al vulcano di Thera (isola di Santorini), non vi furono conseguenze dal punto di vista vulcanico. L’ultima eruzione risale infatti al 1950. Allo stato attuale è impossibile dire come potrebbe evolvere la sequenza sismica in atto. Tuttavia, considerando quanto avvenne meno di cent’anni fa e la presenza di un grande sistema di faglie, non si possono escludere altri eventi sismici di simile magnitudo.