Un percorso turistico e culturale a Bosa in nome del filet, tecnica di ricamo che sulle rive del Temo che si tramanda di generazione in generazione.
Ma ora tutto è a rischio: siamo già all’ultima chiamata. Senza passi in avanti, addio al finanziamento da 200mila euro del ministero dell’Interno. Si tratta di una parte dei dieci milioni messi a disposizione da Roma. Primavera alle porte. E il tempo stringe: tutto deve essere realizzato entro il prossimo 30 giugno.
Un itinerario, quello proposto nel progetto, che passa per i monumenti, le piazze e le strade più caratteristiche di Bosa, dalla chiesa del Carmine alla Cattedrale dell’Immacolata. Un’iniziativa per far conoscere ai turisti non solo le bellezze del mare e della vita in spiaggia, ma anche per far immergere nelle tradizioni locali chi arriva in vacanza in questa parte dell’Isola.
Per il filet un tempo in Sardegna si usava il lino naturale, tessuto oggi sostituito dal cotone bianco, più facilmente reperibile. La particolare lavorazione serviva all’inizio quasi esclusivamente per confezionare i lettus a crispiris, i drappeggi dei letti a baldacchino.
Il progetto si chiama “Bric: Bosa, rete tra identità e cultura”. Nel 2022 aveva ottenuto il quarto miglior punteggio per arrivare ai finanziamenti nazionali legati al “fondo a sostegno delle piccole e medie città d’arte e dei borghi particolarmente colpiti dalla diminuzione dei flussi turistici dovuta all’epidemia Covid 19”. Nell’Isola altri quattro comuni avevano ottenuto i finanziamenti: Sant’Antioco, Oristano, Alghero e La Maddalena. Le risorse sono state assegnate sulla base di progetti presentati con riferimento a iniziative ed eventi di promozione della conoscenza e della fruizione del patrimonio artistico.
Anche con attività di studio e ricerca, iniziative di promozione e comunicazione, assistenza culturale e ospitalità per il pubblico. Le idee sono state valutate anche per l’originalità, l’innovatività e la capacità di comunicazione del progetto. L’originale tessitura del filet nasce tra mare e fiume tra le reti dei pescatori di Bosa. Poi diventa arte con i ricami sempre più sofisticati che ritraggono piante, grappoli di uva, ma anche pavoni. Ora il percorso che potrebbe ulteriormente valorizzare il turismo a Bosa è a un bivio: o fa qualche passo o addio progetto e finanziamenti.