Il 31 ottobre al Civico Teatro “Gavì Bal.lero” di Alghero prederà il via la nuova stagione di prosa autunnale a cura dalla Compagnia Teatro dInverno, “Teatri di Prima Necessità”. In cartellone fino al 09 gennaio 2026 nove appuntamenti tra teatro e musica che racconteranno le eccellenze delle produzioni artistiche della Sardegna.
Si apre il 31 ottobre alle ore 20:30 con “Samuele il bandito”, monologo portato in scena dall’attore Fabrizio Congia, in una produzione della compagnia Il Crogiuolo di Cagliari su testi e regia di Bepi Vigna. Il testo narra le vicissitudini di Samuele Stochino, fante della Prima Guerra Mondiale condannato alla fucilazione per diserzione, che riesce ad evitare accettando di essere rispedito al fronte.
Tornato in Ogliastra dopo la guerra, è implicato in un furto di bestiame e viene arrestato. Riesce a fuggire, ma diventa capro espiatorio di delitti mai commessi. Il fascismo considera Samuele un’onta inaccettabile e si scaglia contro la sua famiglia: il padre viene perseguitato, viene bruciata la casa dei nonni e arrestata la sorella. Samuele inizia una feroce vendetta verso coloro che lo hanno tradito guadagnandosi il soprannome di “Tigre d’Ogliastra”. Nel testo teatrale, che trae spunto da racconti popolari e da atti ufficiali, Samuele narra la sua verità, consapevole di non avere redenzione.
Il 7 novembre è la volta di “Io Pierrot, Lui Superman” , il nuovo spettacolo della compagnia Batisfera di Cagliari. Uno spettacolo teatrale, un atto performativo, un’esperienza immersiva per un pubblico ristretto di partecipanti, scritto e diretto da Valentina Fadda che ne è interprete insieme a Valentina Puddu e Alessio Rundedda. La performance inizia con una tavola imbandita che attende il pubblico (massimo 10 partecipanti alla volta) nel Foyer del Teatro. La serata, elegante e formale, si trasformerà in una cena con un commensale scomodo. Il pubblico si troverà coinvolto in una partecipazione attiva resa attraverso dei piccoli imput e compiti da svolgere. Un lavoro che ha come tema centrale la disabilità, l’impossibilità di fare anche i gesti più piccoli e che pone come obiettivo per i commensali- spettatori di provare a non estromettersi dal partecipare, dal guardare e dal collaborare.
Il 15 novembre ancora un monologo questa volta con Giovanni Carroni, della compagnia Bocheteatro di Nuoro, interprete e autore di “Sono cresciuto a Babele”, liberamente tratto da “Il quinto passo è l’addio” di Sergio Atzeni, in cui lo scrittore si specchia nel protagonista, il suo alter ego Ruggero Gunale.
Attraverso il viaggio di Ruggero, lo spettatore si immerge progressivamente nel vuoto esistenziale del personaggio, un “teatro della memoria” che si configura come un tragico varietà atzeniano. Disgustato e deluso da una sinistra che, dopo la morte di Enrico Berlinguer nel 1984, inizia il proprio declino morale e politico trasformandosi in un partito affarista e borghese, Ruggero subisce un tradimento profondo. Lo stesso Partito Comunista, infatti, gli nega l’opportunità di diventare giornalista in Rai, costringendolo a un lavoro anonimo come impiegato all’Enel. Sullo sfondo di una narrazione cruda e poetica, prende forma un universo tragicomico che riflette le disillusioni e le contraddizioni di un’epoca e di una vita.
Il viaggio prosegue il 21 novembre con “Alla deriva” il nuovo lavoro della compagnia Teatro S’Arza di Sassari. Prendendo spunto dalla narrazione biblica su Noè e il Diluvio Universale, Romano Foddai, che firma regia e scrittura scenica con la collaborazione per la drammaturgia di Renata Molinari, rilegge gli avvenimenti in chiave contemporanea. Ecco dunque emergere tutta l’attualità della narrazione che mette al centro l’uomo e il suo potere di distruggere il pianeta in cui vive. La violenza esercitata sulla natura per trarre profitto, annuncia a gran voce il suicidio collettivo verso il quale l’umanità si sta dirigendo.
In scena Stefano Petretto e Francesco Petretto insieme alla voce narrante di Paola Dessì, i video di Marcello Ruggiu e le illustrazioni del fumettista Antonello Becciu, si fanno interpreti della mitologia dell’Arca, che diviene cosi un racconto drammaticamente reale.
Va in scena il 29 novembre la nuova produzione di Abaco Teatro “Johanna, vedova Van Gogh”, scritto e diretto da Tiziano Polese. Prendendo spunto dal carteggio tra Vincent Van Gogh e il fratello Theo, racconta la figura di Johanna Gezina Bober, la giovane vedova di Theo Van Gogh. Fu lei, pittrice olandese, ad essere una figura chiave nell’affermazione della fama di Vincent dopo la sua morte.
Ritrovatasi sola a Parigi con un figlio piccolo e una montagna di dipinti di un artista ancora sconosciuto, lacerata dal dolore per la perdita del marito, ma animata da una determinazione incrollabile, Johanna decide di dedicare la sua vita a far conoscere il genio del pittore al mondo. Attraverso un racconto intimo e struggente, lo spettacolo – interpretato da Rosalba Piras, Tiziano Polese e Antonio Luciano – ripercorre la lotta intrapresa da Johanna contro l’indifferenza del mercato dell’arte e le battaglie contro i pregiudizi che l’hanno portata, con determinazione e tenacia, a riscrivere la storia dell’arte.
È il monologo “Un amore di suora” di e con Elisabetta Dettori tratto dall’omonimo testo dello scrittore e saggista algherese Massimiliano Fois e prodotto dal Teatro d’Inverno a guadagnare il palco del Civico martedì 9 dicembre. Sulle note delle musiche originali di Quirico Solinas, una donna imprigionata da 23 anni nel suo ruolo di suora di clausura affronta un percorso che, attraverso il racconto della sua vita, la porta alla consapevolezza di sé. Un racconto a tappe nel quale la protagonista passa da un quasi totale buio di coscienza dal quale riaffiorano ricordi di un passato tormentato in cui si riscopre vittima dei condizionamenti dell’anima, alla comparsa del dubbio, fino alla visione di una possibile rinascita.
Una rinascita tanto più anelata perché piena di ombra e paura. Le parole di Rebecca sono delle epifanie che mettono a nudo le sue vere intenzioni nello stesso istante in cui le pronuncia: il passato vincolato dall’abbandono degli uomini della sua vita, determina la scelta di affidarsi all’unica “entità” maschile incapace di abbandonare.
Il 22 dicembre in scena ancora il Teatro d’Inverno, questa volta con la nuova produzione 2025 “Scatole Cinesi”, commedia liberamente ispirata a “Chinamen” , atto unico inserito nella raccolta “Due di Noi” (The Two of Us, 1970) del romanziere commediografo inglese Michael Frayn. Un tour de force comico e delirante nel quale si intravedono elementi di quello che sarà il successivo capolavoro dell’autore, “Rumori Fuori Scena”.
Una cena tra amici si trasforma in tragicommedia quando i padroni di casa scoprono di aver erroneamente invitato una coppia appena separatasi e, cosa ancor più grave, anche il nuovo compagno di lei. Ormai è tardi per annullare tutto, non resta che tentare di evitare il disastro. Questo il motore di un meccanismo complesso che vede i cinque personaggi dello spettacolo interpretati da due soli attori, Antonello Foddis e Giovanni Trudu per la regia di Giuseppe Ligios.
Ma sarà poi tutto così come appare? A volte la realtà è meno evidente di quanto appaia ad un primo sguardo.
Dall’intreccio tra musica e parola, poesia e pensiero, nasce “Joyce, un ritratto” che vede impegnate il 29 dicembre l’attrice Rita Atzeri e l’arpista Chiara Vittore. Un concerto teatrale per raccontare la figura di Joyce Lussu prodotto dalla compagnia Il Crogiuolo di Cagliari e che riparte dall’essenziale per tornare a ciò che è “certo” nel cuore e nel linguaggio, perché “sul certo – diceva Joyce – non possiamo non capirci”.
Per questo le due interpreti sono partite dalla raccolta di poesie “Inventario delle cose certe” passando per “La questione femminile”, “Padre, padrone e padreterno. Breve storia di schiave e matrone, villane e castellane, streghe e mercantesse, proletarie e padrone” e ancora “L’olivastro e l’innesto” e ”Portrait”. Un lavoro che ha reso necessario scegliere, ordinare, elaborare l’immenso materiale storico, poetico, narrativo e antropologico contenuto nei suoi numerosi scritti, fatti di parole essenziali e di efficace comunicazione.
Chiude il programma venerdì 9 gennaio 2026 il concerto “Vuelvo al Sur, voci dall’America Latina”. Un omaggio alle grandi voci ed ai grandi autori del Sud America, quello presentato da OfficinAcustica per celebrare le artiste e le donne che da sempre portano nel mondo, col loro canto, intensi inni all’amore e alla libertà. Da Chavela Vargas a Mercedes Sosa, da Violeta Parra a Amelita Baltar, passando per i tanghi di Piazzolla, con uno sguardo rivolto al sud, alle sue mille sfumature e alle sue profondità.
Una miscellanea di sensualità e sentimento, un affresco dalle tinte intense che mischia dolcezza e dramma, amore e disperazione, passione e leggerezza, che ritroviamo nella poesia dei testi, nei ritmi, nelle melodie. Con Anna Lisa Mameli (voce), Corrado Aragoni (piano), Remigio Pili (fisarmonica),
Massimo “Maso” Spano (contrabbasso) e Alessandro Garau (batteria) va in scena il Sudamerica cantato dalle donne e che affonda le radici nell'identità di un popolo, nel senso di appartenenza e nelle verità che l’uomo impara a conoscere, anche suo malgrado, nel corso della vita.
Gli appuntamenti in programma andranno in scena nel Civico Teatro “Gavì Bal.lero” di Alghero con inizio alle ore 20:30. I Biglietti degli spettacoli (intero € 12, ridotto under 30 e over 60 € 10) potranno essere acquistati nel botteghino del Teatro, aperto nei giorni di spettacolo a partire dalle ore 19:00.
Gli Abbonamenti (intero € 100, ridotto under 30 e over 60 € 82) saranno disponibili in botteghino giovedì 30 e venerdì 31 ottobre dalle ore 17:00 alle 20:30.
Per info e prenotazioni: [whatsapp] 3762486698 – 3338578630 – [email protected] .
Ulteriori
dettagli sul programma nel sito www.teatrodinverno.it o sui profili Instagram e Facebook La rassegna “Teatri di Prima Necessità _ Autunno ‘25” è realizzata dal Teatro d’Inverno con il contributo della R.A.S. L.R. 1/90 art.56, il sostegno della Fondazione Alghero M.E.T.A e del Comune di Alghero e la direzione artistica di Giuseppe Ligios.






















