Si è tenuta la seduta del Senato Accademico dell’Università di Cagliari e tra i temi affrontati quello dell’interruzione dei legami tra Unica e gli enti israeliani.
Il Senato in una nota afferma: “approvazione di un documento di sostegno del Senato Accademico alla situazione in Palestina, auspicando il ripristino dello stato di diritto e l’apertura di corridoi umanitari per gli studenti palestinesi. Nel documento si escludono inoltre forme di collaborazione con soggetti dello Stato di Israele coinvolti nel conflitto, offrendo la più ampia collaborazione per la ricostruzione del sistema educativo e sanitario palestinese”.
Sull’argomento sono intervenuti i movimenti filo palestinesi che hanno affermato: “Il Rettorato, dopo il Senato Accademico, ha rilasciato un comunicato debole e cerchiobottista. A malapena si parla di genocidio, si dichiara di voler scindere gli accordi attualmente in vigore con “Israele” ma non viene data né una scadenza né un piano concreto tramite il quale verranno troncati, delegando anzi la mansione alle singole facoltà. Il Rettore ha dichiarato, oltretutto, di “non essere a conoscenza” del progetto PlatinuMS, affermazione piuttosto difficile da prendere sul serio visto che il progetto è stato annunciato in pompa magna sul sito della facoltà di ingegneria, e su di esso è stato scritto un articolo dell’Unione Sarda. Inoltre, questa parvenza di passo avanti è avvenuta solo dopo che il Rettore ha ricevuto la pressione di due mozioni dalle liste di rappresentanza, una mozione sottoscritta dai dipartimenti di Fisica, Scienze Biomediche e Scienze Politiche e la mobilitazione dal basso di centinaia di studenti che perdura da ormai due anni. Messo con le spalle al muro e costretto a prendersi le proprie responsabilità, è comunque riuscito a farfugliare solo una risposta estremamente insufficiente e tardiva, dopo aver già dichiarato due anni fa che non sarebbero stati stretti altri accordi. Una volta che verrà pubblicato il documento ufficiale usciremo con un altro comunicato per sottolineare tutte le mancanze dello stesso. La nostra mobilitazione è stata sempre accompagnata da un ridicolo e sproporzionato dispiego di forze dell’ordine, fra militari in antisommossa dentro il Palazzo delle scienze a Novembre 2024, una trentina di agenti di fronte all’ex Regio Museo lo scorso 26 settembre e un’altra ventina di fronte al Rettorato oggi. Questi avvenimenti ci fanno solo sostenere ancora di più che la mobilitazione deve continuare, intensificarsi ed espandersi su ancora più larga scala finché l’università non verrà obbligata a smettere di rendersi complice in qualunque modo del genocidio del popolo palestinese”.























