Aderire al progetto di solidarietà per Gaza e discutere delle proposte sul rinnovo del Contratto Nazionale degli operai agricoli e florovivaisti e del Contratto Regionale degli impiegati del settore agricolo. Sono questi i temi al centro dell’incontro che si è tenuto oggi a Paulilatino (OR) tra i dirigenti e i rappresentanti sindacali del settore agricolo. Sul fronte dei contratti tra le proposte principali emerse nel corso della riunione convocata dalle segreterie Regionali di UILA UIL, FAI CISL e FLAI CGIL ci sono gli incrementi salariali per i lavoratori del settore, ma anche maggiori tutele sociali e un sostegno concreto per le giornate di lavoro perse a causa dei cambiamenti climatici.
Nel corso della giornata i tre segretari regionali Gaia Garau (UILA), Bruno Olivieri (FAI) e Valentina Marci (FLAI) hanno colto l’occasione per confrontarsi con le varie componenti sindacali territoriali sul progetto di solidarietà “Pane per Gaza”, presentato ieri a livello nazionale, dalle tre organizzazioni sindacali. “L’idea – hanno spiegato i sindacalisti – è quella di sostenere concretamente i progetti di solidarietà attivi a Gaza realizzati dal Patriarcato latino di Gerusalemme, da Emergency e da Save The Children”.
Le segreterie Regionali di UILA UIL, FAI CISL e FLAI CGIL hanno proposto a tutte le componenti delle organizzazioni sindacali dell’agroalimentare, alle lavoratrici e ai lavoratori del settore di donare il valore economico corrispondente a un’ora di lavoro per sostenere la causa. Da parte loro anche le strutture Regionali e territoriali di FAI, FLAI e UILA, parteciperanno, sia economicamente sia sensibilizzando i lavoratori e le aziende sarde a sostenere l’iniziativa. “Altrettanto – precisano i sindacati – sono invitate a fare le organizzazioni datoriali e le aziende del settore agroalimentare, corrispondendo l’equivalente di quanto donato liberamente dai propri dipendenti”.
“La fame non può essere considerata un’arma – hanno sottolineato i tre segretari regionali.. Siamo convinti che un’iniziativa come questa, non solo possa aiutare una popolazione ormai allo stremo, ma assuma anche un forte valore simbolico. Il settore agroalimentare sardo deve dimostrare la sua contrarietà a questa barbarie e dimostrare la solidarietà di cui è capace”.

























