Un’altra voce si solleva nel mondo della musica italiana contro quella che viene percepita come una nuova forma di censura culturale. È quella di Enrico Ruggeri, che ha definito con parole dure l’annullamento del concerto del maestro russo Valery Gergiev previsto a Caserta.
Lo ha fatto con un breve ma incisivo post, in cui esprime tutto il suo disappunto per una decisione che considera dannosa e ingiusta.
“Secondo me è un abominio culturale e anche un autogol. Ma non mi stupisco”, scrive Ruggeri. Parole che, in poche righe, mettono a fuoco un nodo cruciale: la tendenza crescente a rimuovere o accantonare artisti per ragioni legate al contesto politico, alla provenienza geografica o a presunte affiliazioni ideologiche. Un fenomeno che, secondo il cantautore, si è intensificato a partire dal 2020, in un clima sempre più attento alla correttezza formale ma spesso poco incline alla tutela del pluralismo culturale.























