Arrivano in Italia i Suede con un nuovo appuntamento nel nostro paese venerdì 27 marzo 2026 al Fabrique di Milano. I giganti della musica indipendente britannica, vincitori del Mercury Prize, certificati NME God Like Genius e con diversi dischi di platino all’attivo, hanno pubblicato il 5 settembre, il loro attesissimo decimo album in studio, Antidepressants.
Un disco che sprigiona l’energia e l’urgenza tipiche dei loro concerti e che la scorsa settimana è stato presentato in anteprima assoluta durante un esclusivo show al Southbank Centre di Londra, prima tappa di una residenza già tutta esaurita. Lo spettacolo, interamente costruito sul repertorio post-reunion, è stato accolto con entusiasmo.
La critica internazionale è unanime: MOJO assegna cinque stelle e lo descrive come “a defiant, death-defying record -as much joy ride as memento mori”. Per Uncut “their most intoxicating, unhinged album since Coming Up”, Record Collector lo definisce “thrilling and exhilarating” e Classic Pop ne esalta l’ “intensely energetic return”.
ll singolo attuale “Dancing With The Europeans” è già in alta rotazione su BBC Radio 2 e 6Music ed è stato definito “euphoric” dal NME, mentre il Times commenta: “Antidepressants is a fascinating record. Suede are going faster and harder than they ever have been.”.
Il Suede Takeover al Southbank Centre prosegue con appuntamenti speciali: il 12 settembre nella Purcell Room verrà proiettato il documentario cult del 2018 The Insatiable Ones. Seguono due serate al Royal Festival Hall (13 e 14 settembre) dedicate a classici, hit e nuovi brani; un inedito live “off-mic” alla Purcell Room il 17 settembre; e gran finale il 19 settembre alla Queen Elizabeth Hall con il primo concerto orchestrale della band insieme alla Paraorchestra.
I Suede hanno dato il via alla rivoluzione Britpop negli anni ’90, riportando in auge il romanticismo e il dramma del glam rock, distinguendosi dalla psichedelia sognante dello shoegaze e dalla scena Madchester. Tuttavia, nonostante la loro enorme influenza, sono sempre rimasti ai margini del movimento Britpop, evitando il comportamento “da maschiaccio” tipico di altre band del genere.
Preferivano l’estetica decadente e artistica del proto- e post-punk, piuttosto che i toni vivaci degli anni ’60. Questo li rese unici ma anche meno commerciabili, soprattutto quando il Britpop divenne sinonimo di riff chiassosi e cori da pub. Le tensioni interne tra il cantante Brett Anderson e il chitarrista Bernard Butler portarono all’uscita di quest’ultimo durante la registrazione del secondo album, Dog Man Star (1994), un’opera cupa e ambiziosa.
Dopo l’addio di Butler, il giovane Richard Oakes entrò nella band e contribuì al cambio di rotta più pop-glam con l’album Coming Up (1996), che fu un grande successo commerciale. Seguirono altri due album, Head Music (1999) e A New Morning (2002), ma la band perse slancio, complice anche la lotta di Anderson contro la dipendenza da droghe. Nel 2003 si sciolsero.
Durante la pausa, Anderson pubblicò album solisti e si riunì brevemente con Butler per un progetto chiamato The Tears. La band si riformò nel 2010, con una serie di concerti e poi nuovi dischi: Bloodsports (2013), Night Thoughts (2016), The Blue Hour (2018) e Autofiction (2022), dimostrando una maturità musicale e mantenendo il proprio stile drammatico e raffinato.





















