Dopo la rissa scoppiata la notte tra sabato e domenica a margine della festa per San Giovanni, a Sennori, con cinque ragazzi accoltellati, fra i quali uno gravissimo, tenuto in coma farmacologico dai medici, i sindaci di Sennori e Sorso condannano la violenza e rivendicano la fratellanza fra le due comunità, i cui centri abitati distano meno di 500 metri.
“Le comunità di Sorso e di Sennori, pur essendo custodi ciascuna del proprio patrimonio identitario, intrecciano da sempre tra loro forti legami storici, culturali, economici e familiari, che non possono in alcun modo essere messi in discussione da atti di violenza riconducibili al comportamento di pochi soggetti isolati, deviati e criminali”, dichiarano Nicola Sassu e Fabrizio Demelas.
“I rapporti tra le due comunità non sono, né lo saranno mai, improntati allo scontro, bensì, al contrario, sono basati su una solidarietà autentica che trova fondamento nelle relazioni quotidiane tra i membri dell’una e dell’altra comunità che vivono fianco a fianco da generazioni.
Sorso e Sennori non sono due realtà contrapposte, ma due volti di uno stesso territorio omogeneo, quello della Romangia”, continuano i due primi cittadini.
“L’episodio di violenza che ha coinvolto alcuni giovani non è solo grave e inaccettabile: è anche completamente estraneo allo spirito pacifico, solidale e costruttivo che caratterizza le nostre comunità e non troverà mai spazio nella nostra visione di futuro”.
Per questo i due comuni non cancelleranno gli eventi estivi per timore di nuovi episodi di violenza: “Siamo fermamente convinti che una scelta in tal senso equivarrebbe a un gesto di debolezza da parte delle Istituzioni e non risolverebbe comunque il problema.
Una rinuncia non solo inaccettabile, ma contraria al dovere che abbiamo di garantire la vivibilità, la socialità, la libertà e la sicurezza dei nostri territori. Sorso e Sennori non si piegano. Sorso e Sennori rispondono insieme, con dignità e unità”.






















