I sindacati dei metalmeccanici del Sulcis confermano “la totale sfiducia nei confronti dell’attuale proprietà dello stabilimento di alluminio primario di Portovesme” e chiedono alle istituzioni l’urgente convocazione del tavolo di crisi per la Sider Alloy che possa dare avvio a una “discontinuità”.
Lo scrivono, in una nota Fiom, Fsm, Uilm e Cub che accusano la proprietà di “inadeguatezza nel rilanciare una produzione che oggi doveva essere già avviata”.
“In questi lunghi sette anni, infatti, la Sider Alloys ha dilapidato l’intero finanziamento previsto dall’accordo di programma, più i 20 milioni lasciati in dote dall’Alcoa – scrivono – Ha inoltre fatto scappare, perché non pagate, tutte le aziende che hanno lavorato in appalto; ha stravolto puntualmente i diversi piani industriali presentati ed è passata ad una forza lavoro di oltre 200 unità nell’ottobre 2023 alle circa 70 presenti attualmente”, si legge nella nota delle quattro sigle.
“La scarsa fiducia sul futuro aziendale si tocca per mano tra i dipendenti, che non ricevono lo stipendio, tra gli appaltatori che non hanno ricevuto i pagamenti delle lavorazioni, tra i fornitori, tra le istituzioni per i debiti accumulati – incalzano i metalmeccanici di Cgil, Cisl, Uil e Cub – Per non parlare delle visite ispettive e dei sigilli posti in alcuni reparti in stabilimento”.
Nel comunicato i quattro sindacati dei metalmeccanici del territorio sollecitano così la politica nazionale e regionale “a trovare soluzioni immediate per il futuro dello stabilimento di alluminio primario, che non può essere assolutamente prospettato con l’attuale proprietà”.






















