“L’esodo continuo e massiccio del personale sanitario dall’Arnas Brotzu di Cagliari deve essere fermato. Si tratta di una emorragia di professionalità che sta minando la qualità e la sostenibilità di un’Azienda Ospedaliera fondamentale per l’intera Isola. Per farlo occorrere risolvere le criticità strutturali e contrattuali che si portano avanti da tempo”.
Lo sostiene la Uil Fpl dell’Arnas Brotzu che ha inviato una lettera aperta, firmata dal segretario aziendale Fabio Sanna e da Stefano Trogu e Tonina Usale, alla presidente della Regione e alla Giunta e all’assessore alla Sanità. Nella lettera il sindacato lancia una serie di interrogativi: “Qual è la vera idea di futuro per l’Arnas Brotzu? – si legge – È un polo d’eccellenza dedicato unicamente al Bambino (con l’eventuale futuro accorpamento del Microcitemico)? È l’hub dei Trapianti e dell’Emergenza/Urgenza regionale? Oppure è destinato anche a gestire il Programmato che il territorio e le altre strutture non riescono più a smaltire?”. Nella lettera il sindacato elenca i problemi che stanno portando all’esodo del personale sanitario.
Si va dal premio di produttività “non è accettabile che il personale di un Dea di II Livello come il Brotzu percepisca meno dei colleghi di altre Aziende Sarde a parità di funzione e rischio”, fino ai problemi relativi alla progressione di carriera, più lenta rispetto ad altre strutture sanitarie. C’è poi da fare i conti, secondo il sindacato, con, un “organico insufficiente che si traduce in “reperibilità fuori norma e multipla e un alto indice di chiamata”. “Tale condizione – aggiunge il sindacato – genera un livello di stress operativo cronico che rende l’Azienda un ambiente professionalmente insostenibile rispetto alla ‘quasi normalità’ offerta da altre Aziende Sanitarie”. Il sindacato si dice preoccupato anche per il futuro. “Chiediamo alla politica e alle Istituzioni Regionali di agire immediatamente – sottolinea la Uil Fpl dell’Arnas Brotzu -.
Chiediamo l’assegnazione di fondi contrattuali aggiuntivi per l’Arnas Brotzu che ne equiparino realmente la capacità contrattuale a quella delle altre Aziende regionali; la revisione immediata delle indennità di rischio, intensità di cura e reperibilità, riconoscendo la specificità e la gravità clinica che l’Arnas garantisce per l’intera Regione e un piano straordinario di mobilità e valorizzazione interna al fine di combattere il burnout e l’esodo”.























