Presentato nella sede dell’Assessorato della Pubblica Istruzione il progetto Amparu, un’articolata azione strategica dedicata all’attuazione e all’aggiornamento del Piano di salvaguardia del canto a tenore, riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità.
Finanziato dalla Regione Sardegna con la legge regionale 12/2025 e promosso dall’Istituto Superiore Regionale Etnografico (Isre), il progetto nasce con l’obiettivo di rafforzare i processi di tutela di una delle espressioni più rappresentative dell’identità culturale sarda, intervenendo in maniera condivisa e partecipata direttamente nei contesti comunitari in cui il canto a tenore è storicamente radicato.
Oltre che dall’Isre, il progetto è attuato dal coordinamento Campos – Coordinamento delle arti poetiche e musicali di tradizione orale della Sardegna – in sinergia con le associazioni Tenores Sardigna e Boches a Tenore, una rete che coinvolge oltre 300 cantori e più di 60 comunità dell’area storica del canto a tenore.
Le comunità dei cantori sono protagoniste attive del percorso, non semplici destinatarie, in coerenza con i principi della Convenzione Unesco del 2003.
“Con questo progetto – sottolinea l’assessora regionale della Cultura Ilaria Portas – intendiamo sostenere concretamente le comunità e i gruppi che custodiscono e tramandano il canto a tenore, promuovendo azioni di tutela, ricerca e diffusione nel pieno rispetto dell’autenticità e dei contesti originari”.
“Amparu rappresenta la naturale prosecuzione di una visione strategica pluriennale – aggiunge il presidente dell’Isre Stefano Lavra – volta a rafforzare il ruolo del canto a tenore come presidio culturale del territorio, investendo nella formazione delle nuove generazioni e in un equilibrio virtuoso tra tradizione e innovazione”.
Il progetto Amparu si inserisce nel solco delle precedenti esperienze di salvaguardia – come i progetti Modas, Istèrridas e Ziradas finanziati dal ministero della Cultura attraverso la legge 77 del 2006 – e punta a mantenere il canto a tenore come patrimonio vivente, evitando ogni forma di musealizzazione. Il programma prevede attività di ricerca sul campo, documentazione audio e video, indagini sulle varianti locali del canto e sul rapporto con la poesia improvvisata, oltre a momenti di confronto intercomunitario. Particolare attenzione è rivolta alla trasmissione intergenerazionale di questo patrimonio immateriale, con laboratori didattici nelle scuole secondarie di primo grado e il rafforzamento delle attività formative nei paesi della rete. Tornano inoltre le iniziative nei tzilleris, i luoghi informali di socialità nei quali per secoli il canto a tenore ha trovato spazio naturale di espressione. Avviato nei giorni scorsi con i primi laboratori scolastici e le prime serate nei paesi, Amparu proseguirà con un ricco calendario di iniziative fino a marzo.
























