“L’Unione Europea dovrebbe guardare quello che accade a Gaza in questo grande silenzio con due occhi e due orecchie, non solo con un occhio e un orecchio, e dovrebbe farlo ascoltando le voci delle persone reali, le vittime di questa guerra che pagano un prezzo altissimo. Dalla Ue ci aspettiamo un passo preciso”. È l’appello lanciato oggi a Udine dal giornalista palestinese Wael Al-Dahdouh, vincitore del Premio Terzani 2025 insieme al collega Safwat Al-Kahlout.
Faranno sentire la loro voce anche stasera al Teatro Nuovo di Udine durante il festival Vicino/Lontano, “in nome – hanno detto – di oltre 214 giornalisti uccisi e più di 20mila vittime civili nella Striscia di Gaza”.
Al-Dahdouh, capo dell’ufficio di Al Jazeera a Gaza, chiamato “la Montagna” per la sua resistenza, ha perso la moglie e tre figli sotto le bombe. Ferito e evacuato, continua la sua missione. “Il giornalismo è una missione nobile e umanitaria – ha spiegato – far conoscere la verità è essenziale”.
“Dall’Ue ci aspettiamo un passo preciso – ha ribadito Al-Dahdouh – proprio perché l’Europa è legata ai diritti umani. Ma ci chiediamo dove sono oggi i valori in tutto questo silenzio”.
“Siamo stati felici della solidarietà europea per l’Ucraina – ha rincarato Al-Kahlout -, ma per Gaza nessun passo serio è stato fatto. L’indifferenza uccide come i razzi”.
I giornalisti hanno riferito che Gaza è oggi una terra sotto assedio, con 2.400.000 persone intrappolate in 370 chilometri quadrati, senza aiuti umanitari da oltre 70 giorni. Ospedali e scuole colpiti, carestia usata come arma. “Non siamo combattenti, ma vittime: uccisi, feriti, arrestati solo perché informiamo”, ha concluso Al-Dahdouh.























