Presidio Ospedaliero Oncologico, i gravi dubbi della Fials

In queste giornate abbiamo sentito i vertici aziendali dell’ARNAS Brotzu parlare di “grave  pregiudizio alla “continuità e alla qualità delle cure” in riferimento alle manifestazioni di  dissenso pubbliche agite da diversi sindacati, tra cui la Fials. Ma a cosa si riferiscono  quando rendono pubblica questa affermazione?  Forse al fatto che la corsia di degenza del 7° piano del San Michele destinata ad accogliere i pazienti  oncologici di chirurgia toracica non è idonea alla elevata complessità assistenziale  che li caratterizza?  Al fatto che la sala operatoria non possiede lettini chirurgici idonei al posizionamento  del paziente per determinati interventi? All’errato acquisto di quattro aspiratori elettrici per compensare l’assenza degli  stessi nelle camere di degenza? E di tale errore chi è il responsabile? Perché non  sono state portate avanti le richieste presentate dai professionisti del settore, esperti  nelle più comuni norme di buona pratica clinica?”, afferma il Segretario Territoriale della Fials di Cagliari,  Giampaolo Cugliara.

“Forse siamo noi a non capire, ad avere ancora necessità di risposte. Ma se i vertici aziendali  nei comunicati mediatici affermano, inoltre, che ai pazienti sarà assicurata la medesima  qualità nelle cure erogate presso il Presidio Ospedaliero Oncologico, siamo pronti a  crederci, si sta parlando dell’ospedale più grande della Sardegna, non può essere  diversamente, in fondo, ci diciamo che tutte queste polemiche sono solo frutto di  divergenze politiche”…”Un ultima perplessità vogliamo evidenziarla rispetto al paziente che operato al polmone ha  bisogno del tubo a bolle, un drenaggio senza il quale, dopo alcuni specifici interventi, il  polmone non può funzionare. Sono drenaggi che, per permettere all’aspiratore di funzionare  come necessario, devono avere una lunghezza tale 3/5 metri, condizione che, inoltre,  permette al paziente di svolgere le attività minime di vita quotidiana, per esempio utilizzo  della toilette, igiene personale, etc. Ma come faranno questi pazienti a raggiungere i bagni  nell’ormai conosciutissima corsia del 7° piano del San Michele, dall’altra parte del corridoio  rispetto alle camere?”, denuncia la Fials.

“Il paziente dovrà nel lungo tragitto lasciar strascicare, per terra, lungo il corridoio il  drenaggio, attaccato al suo polmone? E se chi passando inavvertitamente lo calpesta, ci  inciampa, sia esso un operatore o un pazienti o chi inavvertitamente lo strappa via? Tutto questo poteva accadere anche all’oncologico? O la presenza dei bagni adiacenti  alle camere di degenza erano una protezione indispensabile per i pazienti?  E’ questa la qualità e la sicurezza delle cure che i vertici aziendali sono disposti ad offrire ai  pazienti oncologici?  Chiediamo, ancora una volta, risposte, rassicurazioni per noi e per i pazienti o abdicazione  di chi, seppure al commando, non può o non sa fornire risposte”, conclude Cugliara,

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