Dopo l’incontro sulla vertenza Portovesme srl-Glencore al Mimit lo scorso 2 ottobre, ritenuto “insoddisfacente”, ora Fiom, Fsm e Uilm del Sulcis, “attenderanno impazienti gli sviluppi che devono essere affrontati con urgenza”, ma proclamano da subito lo stato di agitazione del settore metalmeccanico, non escludendo iniziative di lotta.
Lo annunciano gli stessi sindacati in una nota nella quale definiscono “vergognoso l’atteggiamento della multinazionale, che dopo 25 anni di presenza in Italia, conferma che le produzioni si faranno in altri Paesi”.
Le tre sigle e l’assemblea dei lavoratori della fabbrica “condividono le preoccupazioni espresse dal nuovo presidente della Provincia e dal sindaco di Portoscuso, e di coloro che dichiarano che si sono persi 10 mesi” e chiedono ai ministri e alla Regione “di tornare laddove avevano fatto delle promesse a garanzia del lavoro, per far comprendere in quale modo la politica, intenda superare le difficoltà conseguenti a tali scelte, che salveranno pochi posti di lavoro”.
Secondo i sindacati, con l’ultimo tavolo al Mimit “Glencore ha finalmente gettato la maschera e dimostrato che le preoccupazioni dei metalmeccanici, avanzate da quando è arrivato l’attuale amministratore, erano esatte”.
Quindi ricordano che in questi anni si è arrivati alla “chiusura del polo piombo, apertura degli ammortizzatori sociali e fuoriuscita di gran parte dei lavoratori (in quattro anni si passa da 1500 agli attuali poco più di 300)”.
“In questo lungo periodo ci era parso di comprendere che le istituzioni tutte avessero un solo obiettivo: garantire le produzioni definite strategiche e di conseguenza l’occupazione; quindi, tutti contro la decisione della multinazionale come dichiarato dai ministri e dalla regione ai cancelli il 27 dicembre /2024. Invece – concludono le sigle – il 2 ottobre le dichiarazioni del ministro Urso hanno colto tutti sorpresa: la Glencore non ha responsabilità, ha fatto una scelta legittima, ha favorito le visite di possibili interlocutori che di buon ordine hanno deciso di ritirarsi; non solo… ritengono molto importanti gli sviluppi sul litio e sui possibili depositi temporanei di materie critiche. Ci sentiamo presi in giro dalle dichiarazioni in totale controtendenza rispetto al passato”.






















