“Viaggio nel ruolo dell’arte e della musica nella società, nella Cultura e nella lotta politica” è il titolo dell’incontro dibattito organizzato per le ore 17.30 di sabato 24 maggio 2025 dalla crew del Baretto Eventi di Danilo Cappai sulla baia di Porto Ferro. Relatore d’eccezione sarà Lluís Llach, voce storica della Catalogna, cantautore simbolo e presidente ANC dell’Assemblea Nacional Catalana e protagonista di un momento dall’altissima valenza sociale, culturale e politica immaginato in collaborazione con la Federaciò d’Entitats de la Mediterranea Mare Nostrum e helis.
“Il peso delle parole, la forza delle note. L’arte come megafono per le Istanze sociali. La cultura come strumento di libertà. Ed un invito a fermare il tempo, insieme – afferma la crew del Baretto Eventi -. Viviamo una corsa continua tra obblighi e routine, dove l’ozio è un lusso e la riflessione un miraggio. Vogliamo spezzare il ritmo. Rubare tempo al tempo e dedicare un pomeriggio al piacere, alla parola, alla musica, alla condivisione con un ospite straordinario come Lluís Llach, voce storica della Catalogna, cantautore simbolo e presidente dell’Assemblea Nacional Catalana, il più grande movimento civico indipendentista catalano”.
Lluís Llach è uno dei personaggi più emblematici della Catalogna, sicuramente il cantautore più iconico: ha sfidato la dittatura franchista con la potenza della canzone. I suoi brani – proibiti, censurati, sussurrati nei teatri e nelle piazze – hanno dato voce ad un popolo e alla sua lingua, facendo germogliare semi di libertà quando solo nominarla era considerato un reato. Durante la dittatura franchista parlare in catalano nelle istituzioni e nei luoghi pubblici era vietato. Lluís Llach scelse di cantare in catalano – già questo era un atto di profonda di ribellione – ma per aggirare la censura e poter comunicare con il pubblico i cantautori erano meno diretti: usavano l’arte della metafora, i giochi di parole. Dialogherà con lui Simone Maulu.
Parole che aprono mondi, idee che diventano festa: dopo l’incontro spazio alla musica dal vivo e condivisione di entusiasmi ed energie in riva al mare. Un vero e proprio evento speciale a Porto Ferro, cui parteciperanno anche “amici speciali” del Baretto Eventi che saranno svelati in avvicinamento alla data. “Il tempo si ferma solo se stiamo bene. Assieme”.
Nel 1968 Lluis Llach scrive una delle sue canzoni più celebri: L’estaca. Ovvero il palo. “Se tiriamo assieme finirà per cadere. Non può durare ancora molto, certo che cade, cade, cade. È già piuttosto marcio. Se tu lo tiri forte da lì e io lo tiro forte di qua. Certo che cade, cade, cade e ci potremo liberare”. Il Palo marcio simboleggiava la dittatura e la canzone incoraggiava le persone alla ribellione collettiva. La censura franchista, che è feroce ma non perspicace, ci mette sei mesi a capire a cosa veramente la canzone si riferisca… dunque ne proibisce il testo, ma è troppo tardi. Durante un concerto a Madrid, la capitale spagnola, dove le autorità pensano che nessuno possa andare a vedere un cantante che canta “nel dialetto” di Barcellona, Llach si limita a suonare il pezzo che viene ripreso in coro dal teatro, pieno come un uovo, con un effetto molto più dirompente che se lo avesse cantato il solo Llach. La provocazione è grandiosa ma la vita di Lluis, fermato e interrogato continuamente dalle autorità, diventa impossibile. Un mese dopo va in esilio in Francia dove avrà una carriera luminosa cantando nel 1969 anche all’Olympia. L’Estaca da parte sua seguirà una straordinaria carriera di classico del repertorio sociale finendo per essere uno degli inni di lotta più tradotti al mondo, in più di 50 tra lingue e dialetti. Da segnalare la prima versione tradotta in occitano, Lo Pal, nel 1972 e poi nel 1985 da Lou Dalfin, la versione polacca che è diventata l’inno del sindacato Solidarność e la versione còrsa, Catena, dei Chjami Aghjalesi. Nel solco della tradizione di chi usa l’arte per cambiare il mondo, Llach è tutt’oggi un simbolo di dignità e coraggio.