Tre anni fa la documentarista premio Oscar Laura Poitras vinceva il Leone d’oro per il miglior film con Tutta la bellezza e il dolore – All the Beauty and the Bloodshed, dedicato alla grande fotografa Nan Golding e alla sua battaglia contro la famiglia Sackler proprietaria della società farmaceutica Purdue Pharma, per suo ruolo nell’epidemia di oppioidi negli Stati Uniti. Stavolta la cineasta torna alla Mostra del cinema di Venezia fuori concorso, firmando con Mark Oberhaus Cover-up, film non fiction su uno dei più grandi giornalisti d’inchiesta americani, Seymour M. Hersh, arrivato al lido insieme ai due autori.
“L’idea di raccontarlo mi è venuta nel 2005 – spiega Poitras – nel contesto della catastrofica guerra americana in Iraq di allora, e del fallimento del giornalismo mainstream nel raccontare quello che accadeva veramente. Il lavoro di Sy era una delle rare eccezioni che stava contrastando la narrazione attorno a quella guerra. Un impegno che non solo mostrava l’importanza del lavoro di Sy nel dire la verità, ma anche l’importanza del giornalismo investigativo per la società, e le conseguenze del suo fallimento, del suo collasso”, osserva. “Mi sentivo così nel 2005, e mi dispiace davvero tanto dirlo. Provo la stessa cosa oggi, mentre assistiamo alla catastrofe di Gaza, all’incapacità della stampa mainstream di raccontarla in modo esaustivo, anche di fronte all’assassinio di giornalisti sul campo. Purtroppo, il film è molto attuale e sono molto onorata che Sy abbia accettato di girarlo”.























