La campagna produttiva 2023/2024 si è conclusa con risultati positivi per il Pecorino Romano Dop, che conferma il suo ruolo di punta nel comparto lattiero-caseario italiano.
La produzione ha raggiunto circa 392.450 quintali, con un incremento del 7,06% rispetto all’annata precedente.
Dei quasi 297 milioni di litri di latte ovino ritirati dai 46 caseifici sotto controllo, circa 229 milioni sono stati destinati alla produzione della Dop, rappresentando l’80,4% del totale. I dati sono stati ufficializzati in occasione dell’assemblea dei soci che si è riunita ad Alghero e ha approvato il bilancio annuale del Consorzio di tutela.
“Questi numeri confermano la vitalità della nostra denominazione, ma anche la grande responsabilità che abbiamo nel garantirne qualità, trasparenza e difesa – ha osservato il presidente del Consorzio di tutela Gianni Maoddi – La crescita della produzione e dell’export dimostra l’apprezzamento crescente del Pecorino Romano nel mondo, ma dobbiamo continuare a investire sulla sostenibilità, sulla tutela legale e sulla promozione”.
La produzione si concentra per il 93,5% in Sardegna, con il restante 6,5% in Lazio e nella provincia di Grosseto. La cooperazione realizza il 55,8% della produzione, mentre l’industria privata incide per il 44,2%. Il sistema di controllo coinvolge 8.594 allevatori, 46 caseifici, 12 stagionatori e 75 confezionatori e grattugiatori.
Sul mercato interno, la Gdo e i discount rilevati da Nielsen registrano nel 2024 una crescita dei volumi venduti (+3,6%, pari a circa 46.000 quintali), con un leggero calo del prezzo/kg (-2,9%) e un piccolo aumento della spesa media per consumatore (+0,6%). Il consumo interno totale stimato, considerando anche l’industria alimentare e il normal trade, è di circa 121.000 quintali. Sui mercati esteri, gli Stati Uniti si confermano primo paese importatore con un +12,8% in quantità (pari a circa 131.000 quintali) e un +4,8% in valore. Seguono l’Unione Europea con 52.800 quintali (-1,9%) e poi Regno Unito (7.090).
Complessivamente l’export ha superato i 212.000 quintali, pari al 58,8% della produzione vendibile.
“Nei prossimi mesi ci attende la sfida non facile dei dazi Usa, che tanta incertezza stanno creando nei mercati – ha detto Maoddi – Il Consorzio è impegnato a studiare e mettere in atto tutte le strategie utili per tutelare il comparto e proteggere l’intera filiera”.






















