𝗗𝗼𝗺𝗲𝗻𝗶𝗰𝗮 𝟮𝟯 𝗻𝗼𝘃𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟭𝟬.𝟬𝟬 𝗮 𝗕𝗮𝘂𝗹𝗮𝗱𝘂, il Comitato sardo di Solidarietà per la Palestina e l’Associazione Amicizia Sardegna-Palestina hanno invitato 𝙞𝙡 𝙢𝙤𝙫𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙨𝙖𝙧𝙙𝙤 𝙖 𝙧𝙞𝙪𝙣𝙞𝙧𝙨𝙞 𝙞𝙣 𝙖𝙨𝙨𝙚𝙢𝙗𝙡𝙚𝙖 per confrontarsi sulla riorganizzazione della lotta contro la guerra in Sardegna a partire da una mobilitazione per la chiusura della fabbrica Rwm.
“La mobilitazione globale partita dalla Palestina il 7 ottobre del 2023 ha colpito duramente il sistema di oppressione mondiale che da decenni combattiamo anche in Sardegna. Tutti i popoli che hanno manifestato al fianco della resistenza palestinese si sono scontrati con gli interessi predatori e criminali degli Stati alleati di “Israele”, Stati Uniti ed Europa in primis, con l’Italia che ha un ruolo cruciale.
Il messaggio che i Governi, di ogni colore politico, hanno dato ai loro popoli è stato chiaro: non smetteremo di uccidere, distruggere e calpestare qualsiasi legge in nome del profitto; se non vi piegate verrete trattati come i palestinesi.
La guerra è a casa nostra, e non si tratta più dei giochi bellici a cui la nostra Isola è stata abituata dallo Stato italiano. Quella che si prepara, con piani di riarmo e corsa agli armamenti, insieme alla sottrazione del territorio per la speculazione energetica, è una guerra guerreggiata, che presto arriverà se noi non la fermiamo.
Domani le immagini di Gaza, del Libano, del Sudan, di Damasco, di San’a potrebbero essere le immagini delle nostre città. Non si tratta più di semplice solidarietà, se mai si è trattato solo di questo, si tratta di agire concretamente per fermare la guerra, per fare la guerra alla guerra.
𝗣𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝗹’𝗥𝗪𝗠?
Il precipitare degli eventi, l’aggravarsi della situazione nazionale e internazionale, ci obbliga a non disperdere i nostri sforzi e a concentrarci su un unico obiettivo.
L’RWM, fabbrica di morte con sede a Domusnovas, produce ordigni e bombe esportate verso Paesi coinvolti in genocidi e conflitti sanguinosi, come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e i paesi della NATO. L’8 ottobre l’azienda ha annunciato l’ampliamento della produzione di droni killer realizzati in collaborazione con l’Israeliana UVision Air Ltd., partner diretto dell’esercito israeliano nel genocidio di Gaza e del popolo palestinese.
Per questo abbiamo scelto l’RWM, la fabbrica della Rheinmetall, perché in questo momento storico rappresenta il fulcro della guerra imperialista in Sardegna; e disturbando o bloccando la sua produzione possiamo provocare un danno concreto e immediato alla guerra e aiutare immediatamente il popolo palestinese e gli altri popoli in lotta come il nostro.
L’ultimatum di 60 giorni imposto dal TAR alla Regione Sardegna per il pronunciamento sulla VIA è il tentativo dello Stato italiano e dell’azienda tedesca di sbloccare la situazione per imporre ai sardi l’ennesima servitù.
Ma la nostra organizzazione, quella di tutti i movimenti, comitati, associazioni e collettivi che vogliono una Sardegna libera dello sfruttamento e dalla guerra, può trasformare un copione già scritto in un’occasione di riscatto per la nostra terra e la sua lotta”, affermano gli attivisti.