“Un arresto cardiaco, un infarto miocardico acuto e una malattia coronarica, oltre al morbo di Parkinson con disfunzione autonomica”. Sono queste le cause della morte di Ozzy Osbourne, elencate nel certificato di morte, secondo il Daily Mail. Nessuna eutanasia dunque, ipotesi circolata subito dopo il decesso. Il ‘Principe delle tenebre’, così era soprannominato, è morto lo scorso 22 luglio, circondato dai suoi cari. Un doccia fredda per i fan e in particolare per i 42mila accorsi a Birmingham, il 5 luglio, che lo hanno visto esibirsi nella reunion dei Black Sabbath ‘Back to Beginning’. In molti lo avevano considerato il suo concerto d’addio e così è stato. “Non posso più camminare, ma posso ancora cantare”, aveva detto Ozzy Osbourne seduto su un trono in pelle.
Un personaggio controverso e molto amato, soprattutto dalla sua famiglia. Il figlio Jack, dopo giorni di silenzio, è tornato sui social per ricordare il padre: “Non volevo davvero pubblicare nulla da quando mio padre è scomparso. Il mio cuore è troppo ferito. Sarò breve perché lui detestava i discorsi lunghi e sconclusionati. Era tante cose per tante persone, ma sono stato così fortunato e benedetto a far parte di un gruppo molto piccolo che poteva chiamarlo “papà”. Il mio cuore è pieno di tanta tristezza e dolore, ma anche di tanto amore e gratitudine. Ho trascorso 14.501 giorni con quell’uomo e so che è una vera benedizione. Credo che questa citazione descriva al meglio mio padre. Hunter S. Thompson una volta disse: ‘La vita non dovrebbe essere un viaggio verso la tomba con l’intenzione di arrivarci sani e salvi in un corpo bello e ben conservato…ma piuttosto sbandare di traverso in una nuvola di fumo, completamente esaurito, totalmente sfinito, e proclamare a gran voce: ’Wow! Che viaggio!’. Questo era mio padre. Ha vissuto, e ha vissuto la sua vita appieno. Ti voglio bene, papà”.























