Gli elementi per il giallo internazionale sembrava ci fossero tutte: 22 voli tracciati questa primavera di un drone russo Zala 421, rilevati dal sistema di sicurezza del Joint Research Centre, il Centro di Ricerca della Commissione Europea di Ispra.
E poi la presenza in zona di un’uomo su un’auto nera in contatto con utenze telefoniche russe. Il tutto nella zona sensibile del varesotto dove, nel raggio di pochi km, oltre al centro di ricerca di Ispra si trovano anche la divisione elicotteri di Leonardo, la base Nato di Solbiate Olona e l’aeroporto di Malpensa.
A distanza di 9 mesi e dopo un’indagine approfondita dei carabinieri del Ros, con la consulenza di una società specializzata, emerge dalla richiesta di archiviazione della Procura di Milano che si è trattato un falso positivo, un errore clamoroso dei sistemi di sicurezza del JRC di Ispra.
L’indagine, nata proprio da un esposto del centro di ricerca, ha evidenziato un falso positivo: a causarlo il dispositivo portatile di produzione lettone, usato per controllare le tracce dei droni che non era stato riavviato come previsto dalla istruzioni. Ha contribuito all’errore anche un ripetitore per il segnale telefonico cellulare installato in una villetta di Ispra.
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