Concorso in peculato, truffa, indebita percezione di erogazioni pubbliche e bancarotta, questi sono alcuni dei reati ipotizzati e che hanno portato oggi al rinvio a giudizio dei tre fratelli Randazzo: Vittorio, Anna Paola e Alessandra.
Ora al via il processo che vede oltre 150 ex lavoratori dell’Aias come parti civili insieme alla Cisl, all’ex Ats e all’Inps con la prossima udienza l’11 dicembre.
“Nel dettaglio – stando alle indagini coordinate dal pm Andrea Vacca – nel mezzo della bufera delle manifestazioni di alcune centinaia di dipendenti che lamentavano di non essere pagati, sarebbero state compiute operazioni per spostare – è finora soltanto il sospetto – denaro frutto delle convenzioni pubbliche per l’assistenza domiciliare e non domiciliare ad altre società del gruppo, come la fondazione. Somme destinate ai lavoratori – recita l’impianto accusatorio – per oltre 20 milioni di euro, ma finite altrove”, afferma la Rai.
A tutelare molti dei lavoratori e il sindacato Cisl il legale Salvatore Casula, il concordato preventivo sarà rappresentato da Roberto Nati, l’Ats dal legale Guido Manca-Bitti.
























