Oltre 31.000 lavoratori in Italia hanno contratti “pirata”. Un centinaio anche in Sardegna.
Un esercito silenzioso, sfruttato, sottopagato e senza tutele.
È quanto emerso a Cagliari durante la prima presentazione nazionale del “Manuale antidumping contrattuale”. Proprio dalla Sardegna parte l’offensiva della Fipe Confcommercio contro la pratica del dumping contrattuale, ovvero l’applicazione di contratti collettivi non rappresentativi, creati ad arte per ridurre stipendi, abbattere i diritti e fare concorrenza sleale.
“Quella di oggi è una prima tappa nazionale importante per accendere i riflettori su un fenomeno che svilisce il settore della ristorazione e i diritti dei lavoratori – spiega Emanuele Frongia, presidente della Fipe Confcommercio Sud Sardegna – Con questo manuale facciamo un passo decisivo verso una cultura della legalità contrattuale. È uno strumento di alleanza tra imprese, lavoratori e istituzioni. Non può essere tutelato chi non condivide i valori del lavoro dignitoso. Chi applica contratti regolari non deve più essere penalizzato dalla concorrenza sleale”.
Il contratto collettivo nazionale firmato da Fipe e dalle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil resta il riferimento di settore ed è applicato da oltre il 92,5% delle imprese. La seconda edizione del manuale si rivolge a imprenditori, professionisti e lavoratori del settore dei pubblici esercizi, offrendo: un quadro giuridico aggiornato, strumenti per riconoscere i contratti pirata, una simulazione comparativa su 10 profili professionali che mostra le differenze retributive tra i contratti rappresentativi e quelli irregolari. “Il dumping contrattuale porta a stipendi più bassi, meno tutele sindacali, perdita di professionalità e qualità del servizio, distorsioni di mercato e difficoltà per chi rispetta le regole”, ricorda Confcommercio in una nota pubblicata dall’Ansa.
























