Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha concesso la grazia all’attivista britannico-egiziano Alaa Abd El Fattah insieme ad altri cinque prigionieri.
L’attivista, scrittore e sviluppatore informatico con passaporto egiziano e britannico è stato tra i leader del movimento per la democrazia e le riforme economiche che, nel 2011, ha portato milioni di manifestanti in piazza, fino alle dimissioni dell’allora presidente Hosni Mubarak.
Arrestato poi nel 2019 in seguito a un’altra ondata di proteste per invocare diritti e migliori condizioni socio-economiche, El Fattah si è visto comminare una condanna a cinque anni di carcere da un tribunale d’emergenza per la sicurezza dello stato, con l’accusa di “diffusione di notizie false”, riferita a un post pubblicato sui social media.
Le organizzazioni per i diritti umani egiziane e internazionali sono subito intervenute per chiederne il rilascio per via della “infondatezza” delle accuse, definendolo quindi un prigioniero di coscienza. Per la sua liberazione, la madre Laila Soueif ha osservato oltre 150 giorni di sciopero della fame, fino al ricovero in un ospedale di Londra e l’interruzione dell’iniziativa, volta a fare pressione sul governo britannico affinché intervenisse per il rilascio del figlio.























