“Anche in Sardegna il fenomeno dei contratti pirata e del dumping contrattuale sta assumendo proporzioni preoccupanti, con impatti diretti sulla qualità del lavoro, sui salari e sulla concorrenza tra imprese. Particolarmente colpiti i settori più fragili come terziario, pubblici esercizi, ristorazione, logistica, vigilanza privata, multiservizi e appalti. Per la Uil nazionale e regionale bisogna combattere i contratti pirata e il dumping contrattuale, avviando percorsi comuni con istituzioni e aziende”.
Lo sostiene la Uil Sardegna convocata oggi insieme agli altri sindacati dal presidente delle seconda commissione permanente in Regione per fare il punto sulle disposizioni relative a qualità e sicurezza del lavoro, contrastare di dumping contrattuale e palare di stabilità occupazionale nei contratti pubblici d’appalto. “Nel solo settore dei pubblici esercizi, già nel 2022 risultavano 5.000 lavoratori inquadrati con contratti non rappresentativi, e oggi sull’isola si contano oltre 100 contratti pirata attivi – sottolinea la Uil Sardegna -.Gli effetti sono chiari: riduzione dei salari, perdita di diritti, minore sicurezza e formazione, meno welfare aziendale. A livello economico, questo significa anche minori contributi versati, meno entrate fiscali e una distorsione dei mercati: le imprese che applicano i contratti corretti vengono penalizzate rispetto a chi “tira giù” il costo del lavoro attraverso contratti di comodo”.
Secondo la Uil Sardegna il fenomeno si intensifica negli appalti pubblici e questo si traduce in concorrenza sleale e servizi di bassa qualità. Per la Uil i contratti pirata non sono solo un problema sindacale ma “sono una forma di concorrenza sleale, una distorsione del mercato e una sottrazione di diritti”. Per combattere questa situazione la linea è netta: “Il contratto giusto deve essere quello firmato dalle organizzazioni rappresentative. Ccnl firmati da Uil, Cgil e Cisl garantiscono diritti, tutele, sicurezza e un salario dignitoso”. La Uil Sardegna chiede: “Stop ai contratti pirata negli appalti pubblici – sottolinea -. Tutte le stazioni appaltanti, senza eccezioni, devono inserire nei bandi l’obbligo di applicare solo i Ccnl firmati dalle organizzazioni rappresentative. È una battaglia che abbiamo portato davanti a Governo, Parlamento, Regioni ed enti locali”. Per il sindacato bisogna assolutamente “rafforzare i controlli e difendere le imprese corrette – evidenzia – chi rispetta le regole non deve essere penalizzato rispetto a chi gioca al ribasso”.
La UIL Sardegna propone “l’istituzione di un tavolo stabile con Regione, sindacati e associazioni datoriali contro il dumping per monitorare il fenomeno, definire linee guida unitarie e impedire che appalti e subappalti diventino la zona franca dei diritti”. Per la segretaria generale della Uil Sardegna Fulvia Murru “contrastare i contratti pirata significa molto più che correggere storture contrattuali. Significa difendere: il potere d’acquisto delle famiglie; la dignità del lavoro nei territori più fragili; la qualità dei servizi pubblici; la sostenibilità delle imprese oneste; la coesione sociale dell’isola; il futuro dei giovani, che troppo spesso lasciano la regione per salari migliori altrove. La UIL considera questa battaglia un pilastro della sua azione, perché non c’è sviluppo senza lavoro di qualità, e non c’è lavoro di qualità senza contratti veri, rappresentativi e giusti”.























