“Un nuovo inferno sta per nascere a Sassari. È prevista l’ apertura di un allevamento intensivo con 2000 maiali in località Caniga.
Una prigione che priva gli animali della libertà toglie ogni dignitá etologica. Capannoni di cemento a contenere la sofferenza, celata agli occhi dei cittadini . Maiali che in tutto l’arco della loro breve vita, cibati per ingrassare più possibile, non conosceranno mai la luce del sole.
Ammassati tra le deiezioni, senza spazio vitale, vittime di virus e patologie che trovano le condizioni ideali per diffondersi, imbottiti di antibiotici per contrastarle. Senza possibilità di movimento, di respirare all’aria aperta, senza mai vedere il sole o poggiare le zampe sulla terra. Prigionieri contenuti con il metallo ed il cemento, costretti a partorire e vedere spesso i propri figli morire schiacciati per la mancanza di spazio. Il 90% dei suini maschi viene castrato. Non è prevista anestesia né l’obbligo che sia un veterinario ad eseguirla. Si aggiungono il taglio della coda ed il troncamento dei denti. Le scrofe sono rinchiuse in speciali gabbie di gestazione ,non possono girarsi, riescono a malapena a stendersi, mordono le sbarre per frustrazione e fame cronica, hanno ulcere dovute alla condizione in cui vivono senza possibilità di movimento ed a costante contatto con le loro deiezioni.
Una sofferenza inenarrabile, una condizione che trasforma un essere vivente senziente in un oggetto senza diritti e volontà, un bene da smontare e vendere.
Questa è la realtà spaventosa degli allevamenti, fermiamo questo progetto vergognoso.
Gli allevamenti intensivi hanno anche un notevole impatto ambientale. Il consumo e’ decine di volte superiore a quello necessario alla produzione vegetale. L’ utilizzo massiccio di farmaci contamina acque e terreni e rappresenta un problema per la salute umana. Si producono elevate quantità di deiezioni altamente inquinanti, ricche di azoto, fosforo e potassio. .Possono rappresentare un problema sanitario, inquinare suolo e falde acquifere”, afferma la Lega antivivisezione che ha lanciato una petizione online.























