Una storia di amicizia e resistenza incastonata nella Storia del popolo palestinese: Alae Al Said ci racconta il legame tra Loai e Ahmad mentre intorno a loro tutto crolla. La guerra dei Sei giorni, con cui Israele conquistò ampi territori compresa la Cisgiordania, in cui la storia è ambienta, cambiando il volto del Medio Oriente, è parte del racconto: la violenza e i soprusi perpetrati da un Stato prepotente si intrecciano con quelli subiti dal giovane protagonista, vittima di bullismo. Attraverso “Il ragazzo con la kefiah arancione” (Ponte alle Grazie), Alae Al Said, nata a Roma da genitori palestinesi, ci racconta una storia di formazione commovente immersa nel dolore per il destino di un intero popolo, che lotta per difendere sé stesso e il diritto di vivere nella propria terra.
L’autrice sarà in Sardegna il 7 e l’8 novembre per un tour organizzato da Lìberos nell’ambito del festival Éntula: venerdì 7, alle 11.30, sarà al Polo Tecnico Devilla di Sassari per un incontro riservato agli studenti. Di sera, alle 19, sarà invece al Padiglione Tavolara dove converserà con Lavinia Rosa. Sabato 8, Al Said parlerà del romanzo con Roberta Balestrucci nella biblioteca comunale di Sarule alle 10.30 e in quella di Fordongianus alle 17.30.
Gli eventi sono realizzati con il contributo dei Comuni di Sassari, Sarule e Fordongianus e in collaborazione con il Polo Tecnico Devilla, il Padiglione Tavolara, l’associazione Ponti non Muri, le biblioteche comunali di Sarule e Fordongianus, il sistema bibliotecario del Barigadu, la casa editrice Ponte alle Grazie, le librerie Chiara e Stefy di Ghilarza e Koinè Ubik di Sassari, Florgarden e i Centri odontoiatrici Massaiu.
Alae Al Said nasce a Roma nel 1991 da genitori palestinesi. Cresce con l’amore per la sua terra d’origine e un forte senso di giustizia. Si laurea in Scienze internazionali all’Università degli Studi di Milano e, nel 2019 pubblica “Sabun”, il suo primo romanzo (Zambon). Attualmente sta proseguendo gli studi in Relazioni internazionali.
Al Khalil, Cisgiordania, anni Novanta. Loai Qasrawi parla con un giornalista americano venuto per ascoltare la storia della sua fabbrica di kefiah, quando una domanda imprevista fa riemergere il ricordo di una kefiah arancione.
1961. Loai è un ragazzino dai capelli rossi. Piccolo, timido, studioso e con quei capelli fiammeggianti, è la vittima perfetta per i bulli della scuola. Il sostegno familiare non può bastare: il padre, indaffarato nell’azienda di famiglia, è distante; la madre e il fratello vorrebbero aiutarlo, ma non sanno come… L’incontro con Ahmad, ragazzo povero ma forte e sicuro di sé, gli offre una via di fuga e un modo per accettarsi: insieme condividono sogni di riscatto, è la nascita di un’amicizia.
1967, giugno. Una breve illusione, e la discesa in un incubo. È la guerra dei Sei giorni, l’occupazione. La prepotenza e la violenza che si abbattono su Loai e sull’intero suo popolo paiono una versione parossistica e mostruosa del bullismo subito un tempo. Loai ha di nuovo Ahmad al suo fianco, ma la lezione di resistenza ha ora connotati ben più tragici.





















