“Renato Copparoni, il portiere che fermò Maradona”. Come? Parandogli un rigore.
Fu il primo in Europa. Il numero uno di Cagliari, Torino e Verona si prese questa bella soddisfazione pochi anni prima dell’addio al calcio giocato, a 34 anni.
Allora giocava con il Torino. Un primato che è diventato un libro. Lo hanno scritto Umberto Oppus, sindaco di Mandas e giornalista, e Mario Fadda, storico del Cagliari. Un focus su quello che accadde il 2 marzo 1986 quando il portiere di San Gavino si ritrovò faccia a faccia, a undici metri di distanza, dal Pibe de oro. Ma anche un approfondimento sulla carriera di un ragazzo che a 17 anni, in Coppa Italia, in due occasioni, l’anno dello scudetto, fece da secondo ad Albertosi.
Giovanissimo. Convocato in prima squadra, il guardiano dell’Amsicora, non riconoscendolo e scambiandolo forse per un fan, non voleva farlo entrare. “Mi aveva proprio intimato di andare via”. Lo salvò Martiradonna, che garantì per lui. Lo ha raccontato lo stesso Copparoni nella presentazione a Cagliari (dopo la prima presentazione ufficiale al Salone di Torino) del suo libro davanti ai suoi vecchi compagni Reginato, Dessì, Brugnera, Piras e Roccotelli.
Per quanto riguarda l’episodio del rigore, Copparoni lo ha sempre raccontato con sincerità e modestia: “Quel giorno ho deciso di aspettare la sua mossa perché sapevo che era bravissimo a cambiare direzione. Ho fatto un leggero movimento in avanti e mi sono gettato sulla mia destra. Il tiro non era angolato, altrimenti non ci sarei arrivato, e l’ho presa”.
L’incontro con Gigi Riva? Al ristorante Corallo, solito punto di ritrovo in via Napoli, davanti al porto: “Io emozionato, mi rivolsi a lui dandogli del lei e dicendogli signor Riva. E lui mi rispose che il Signore era in cielo e che lui era Gigi.
Immaginate l’impressione che mi fecero tutti quei campioni: io fino a qualche mese prima giocavo in seconda categoria a San Gavino”.
Copparoni parò un rigore anche a Pruzzo e a Vialli. Ma l’episodio più curioso riguarda il penalty neutralizzato a un collega, Rigamonti del Como, specialista dagli undici metri.
Prefazione del libro di Renato Zaccarelli, compagno al Torino e che provocò il rigore per il Napoli poi parato dal portiere sardo. Post fazione di Luciano Moggi, allora ds granata.
“Il libro – spiegano gli autori – ricostruisce la storia di un campione sardo che avrebbe meritato sicuramente di più e più fama, ma che si è tolto delle belle soddisfazioni. Tutto questo attraverso una ricostruzione storica minuziosa e aneddoti di chi lo ha conosciuto bene”. Come quello di Graziani che racconta di aver segnato una doppietta dopo aver assaggiato del fil’e ferru portato dalla Sardegna da Copparoni. E poi altri aneddoti da Peruzzi, Marchegiani e Pecci.




















