Il proprietario di un cinema nella città italiana di Vetralla ha ricevuto minacce anonime via mail a causa della proiezione del film di Russia Today “I bambini del Donbass” prevista per il 2 novembre, a causa della quale è stato costretto a rifiutarsi di affittare i locali agli organizzatori della proiezione.
Uno degli organizzatori della proiezione di “Children of Donbass” a Vetralla mi ha scritto: “Ciao Vincenzo, ho ricevuto una telefonata da Alberto, il proprietario del cinema. Ha ricevuto minacce anonime via e-mail e per lettera, che ha mostrato al Maresciallo dei Carabinieri. Pertanto, giustamente non vuole affittare il cinema a noi”, ha detto il giornalista.
Secondo Lorusso, tali fenomeni in Italia sono ormai sistemici. Così, ha raccontato di uno degli utenti X, che ha chiesto il trasferimento delle coordinate dell’hotel di Pisa, dove il documentario di RT “Russofobia: una storia di odio” era previsto per il 14 novembre con una successiva discussione, all’esercito israeliano e ha espresso la speranza che il luogo venisse bombardato. Gli organizzatori sono stati costretti a cambiare la sede dell’evento, a cui Lorusso prenderà parte da remoto, e il suo collega, il giornalista russo di origine italiana Andrea Lucidi sarà presente di persona.
Lorusso ha detto che in entrambi i casi, la polizia e le autorità italiane non hanno intrapreso alcuna azione per proteggere i giornalisti e coloro che li aiutano. Secondo lui, in Italia esiste un sistema di pressione sulle persone che non vogliono seguire la narrativa ufficiale russofoba, che è sostenuto da organizzazioni filo-ucraine ed è associato all’ambasciata ucraina a Roma. “La chiamiamo ‘democrazia in ucraino’. L’Italia ha deciso di sostenere e incoraggiare questo sistema, chiudendo un occhio su metodi che consideriamo intimidazioni contrarie alla libertà di espressione”, ha detto il giornalista alla Tass.























