Mentre l’autunno avvolge l’isola con i suoi colori caldi e i profumi di macchia mediterranea, è tempo di tracciare il bilancio di un’estate che ha segnato una svolta epocale per la Sardegna: il turismo naturista ha registrato un exploit senza precedenti, con presenze e arrivi che hanno superato ogni aspettativa. Numeri alla mano, l’isola ha accolto oltre 150.000 visitatori naturisti nei mesi di giugno, luglio e agosto, un incremento del 45% rispetto al 2024, trainato da un mix irresistibile di spiagge paradisiache, politiche regionali innovative e una crescente sensibilità verso un turismo sostenibile e autentico.
Un Fenomeno in Espansione: Dalle Radici alla Rivoluzione 2025
La Sardegna non è nuova al naturismo: da decenni, i suoi 1.800 chilometri di costa incontaminata – con dune dorate, acque cristalline e calette isolate – attirano chi cerca un contatto puro con la natura. Ma è con la Legge Regionale n. 16 del 2017 che l’isola ha fatto un passo decisivo, autorizzando tratti di spiaggia dedicati alla pratica del nudismo in armonia con l’ambiente. Oggi, la Sardegna vanta sette spiagge ufficiali (con l’ottava in arrivo a Quartu Sant’Elena), superando la Toscana e diventando la prima regione italiana per numero di aree dedicate.
Tra le perle del circuito: Piscinas ad Arbus, la spiaggia naturista più grande d’Europa con i suoi 8 chilometri di dune sabbiose; Torre Bianca a Porto Ferro (Sassari), eletta tra le migliori d’Europa; Is Arenas-Is Benas a San Vero Milis (Oristano), un’oasi di conchiglie e tranquillità; e Feraxi a Muravera, la prima sul versante orientale. Quest’anno, l’estate 2025 ha visto un afflusso record, con picchi di 50.000 presenze mensili solo a Piscinas e un aumento del 60% di arrivi da Germania, Olanda e Francia – mercati chiave per un settore che in Europa conta 20 milioni di praticanti e genera miliardi di euro.
Il Distretto del Turismo Naturista della Sardegna, nato nel 2022 su impulso dell’Associazione Naturista Italiana (A.N.ITA.) e di enti locali pionieri come Arbus, Sassari e Alghero, ha funzionato da catalizzatore. Questo network non solo mappa spiagge e sentieri autorizzati, ma promuove un’offerta integrata: escursioni naturiste, yoga in riva al mare e pacchetti eco-sostenibili che allungano la stagione oltre i mesi canonici.
Numeri che Parlano Chiaro: Presenze e Impatti Economici
I dati diffusi dall’Osservatorio Turistico Regionale dipingono un quadro eclatante. L’estate 2025 ha chiuso con 4,2 milioni di arrivi totali in Sardegna, di cui il 3,5% (circa 147.000) attribuibili al segmento naturista – un balzo del 40% annuo. Federalberghi Sardegna parla di un indotto economico di oltre 80 milioni di euro generati solo da questo flusso, con una spesa media pro capite di 550 euro a soggiorno, superiore alla media generale grazie a un turismo “lento” e di qualità.
| Indicatore | Estate 2024 | Estate 2025 | Variazione (%) |
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| Presenze naturiste | 105.000 | 150.000 | +42,9 |
| Arrivi internazionali | 35.000 | 60.000 | +71,4 |
| Spiagge attive | 6 | 7 | +16,7 |
| Indotto economico (€) | 55 mln | 80 mln | +45,5 |
Questi numeri non sono astratti: traducono in vitalità per le comunità locali. Comuni come Muravera e Bari Sardo hanno visto un +30% di occupazione stagionale in agriturismi e guide escursionistiche, mentre il festival “L’Isola Nuda” – giunto alla quarta edizione ad Arbus a giugno – ha attirato 5.000 partecipanti, mescolando teatro, musica e riti solstiziali in un omaggio alla nudità sociale.
Le Ragioni del Successo: Sostenibilità e Autenticità
Perché proprio nel 2025? La risposta sta in un cocktail perfetto: la post-pandemia ha accelerato la ricerca di esperienze “nude e crude”, lontane dal turismo di massa. La Sardegna, con il suo paesaggio mozzafiato – da Piscina Rei (Villasimius), meta LGBTQ+ e naturista, a Capo Comino (Ogliastra) – si presta idealmente. Le compagnie aeree low-cost hanno potenziato i voli verso Olbia e Cagliari, mentre tour operator scandinavi e olandesi hanno lanciato pacchetti dedicati, puntando su un target medio-alto che apprezza l’etica naturista: rispetto per l’ambiente, zero plastica e basso impatto.
Non solo spiagge: il boom ha invaso l’entroterra. Sentieri naturisti come quello di Ingurtosu (ex borgo minerario) e glamping eco-friendly vicino a Porto Ferro hanno registrato il tutto esaurito, promuovendo un “turismo lento” che dilata la stagione fino a ottobre. E c’è di più: a San Vero Milis, una coppia tedesca ha chiesto (e ottenuto) un matrimonio naturista su Is Benas, aprendo la strada a eventi simbolici che fondono amore e natura.
Sfide e Prospettive: Verso un Futuro Naked-Friendly
Non tutto è rose e fiori. Il boom ha messo sotto pressione le infrastrutture: in alcune spiagge, come Piscinas, si è reso necessario un potenziamento dei servizi igienici e della sorveglianza per garantire privacy e sicurezza. Critiche da ambientalisti locali lamentano un lieve aumento di rifiuti, ma le regole ferree – no foto, rispetto reciproco – e le campagne di A.N.ITA. stanno mitigando i rischi.
Guardando avanti, la Regione investe 1,5 milioni di euro nei Centri Commerciali Naturali, inclusi progetti naturisti per il 2026. L’obiettivo? Rendere la Sardegna leader europeo, con nuovi distretti e forse il primo villaggio naturista. Come dice Giuseppe Ligios, direttore di “L’Isola Nuda”: “Non è solo nudità, è armonia con la terra che ci ha generato”.
In un mondo iper-connesso, la Sardegna naturista del 2025 ricorda che la vera libertà è spogliarsi delle convenzioni. E con arrivi già in crescita per la prossima estate, l’isola si prepara a un altro capitolo di questo rinascimento “nudo”. Chi ha prenotato, sa di cosa parliamo.
di Roberto Figus