Portarsi a casa quel pezzo di margherita o la mezza piadina che non si è riusciti a finire di mangiare in pizzeria o al ristorante.
È la proposta della Fipe Confcommercio Sud Sardegna, lanciata dal presidente Emanuele Frongia a qualche giorno dalla giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare.
“Proponiamo alla clientela di portare a casa quanto non consumato nei nostri locali”, dice Frongia che lancia un appello ai colleghi: “è una buona pratica che, per quanto già attuata da molti operatori del comparto, va rafforzata ulteriormente, considerato che, un recente sondaggio condotto al riguardo, ha rivelato che circa il 40% dei consumatori non è mai stato informato sulla possibilità di asportare le pietanze”.
La Fipe Confcommercio è contraria all’introduzione di nuovi obblighi a carico delle imprese.
“Ormai tutti i ristoratori sono attrezzati per consentire ai clienti di portare a casa il cibo avanzato durante i pasti mentre, per incrementare le donazioni di cibo avanzato negli esercizi commerciali, la via maestra è la riduzione degli oneri burocratici e la riduzione della Tari”.
Ancora un invito: “Oggi dobbiamo impegnarci ancora di più contro lo spreco alimentare, ma può essere arginato solo attraverso un impegno condiviso”.






















