Un episodio vergognoso e inaccettabile si è verificato oggi presso l’aeroporto di Milano Linate, dove una paziente oncologica sarda, di rientro nella propria isola dopo una visita presso l’ospedale Humanitas di Milano, si è vista negare l’imbarco da parte della compagnia Aeroitalia a causa di cavilli burocratici che nulla hanno a che vedere con il buon senso e con il rispetto della dignità umana.
La donna, già duramente provata dalle proprie condizioni di salute e portatrice di drenaggio peritoneale, era stata accompagnata presso la Sala Amica dell’aeroporto, dedicata ai passeggeri con disabilità o mobilità ridotta. Da lì, però, è iniziata una vera e propria odissea: la compagnia aerea ha respinto il certificato medico rilasciato dal suo medico curante, inizialmente accettato, sostenendo la necessità di compilare ulteriori moduli (i cosiddetti B1 e B2) contenenti informazioni sanitarie altamente sensibili. Il risultato? La passeggera ha perso il volo, è stata costretta a recarsi al pronto soccorso aeroportuale per ottenere un nuovo certificato e, solo dopo l’intervento della Polizia, le è stato finalmente riconosciuto il diritto di salire su un aereo.
Ma a quel punto non c’erano più voli disponibili fino al pomeriggio. Esausta, la donna ha dovuto trovare un hotel per riposarsi, perché l’attesa in aeroporto era divenuta insostenibile, aumentando così la spesa già gravosa fino a quel momento già sostenuta. È semplicemente inammissibile che nel 2025 una cittadina italiana, residente in Sardegna, debba affrontare simili umiliazioni solo per rientrare nella propria terra dopo un viaggio di cura. Ancora una volta i sardi vengono trattati come cittadini di serie B, penalizzati dalla burocrazia e da un sistema dei trasporti che continua a ignorare le reali necessità di chi vive nelle isole.
Oltre a una sanità allo sfascio nella nostra isola dobbiamo anche subire l’umiliazione di dover fare i salti mortali per poter tornare a casa. Per questo ho presentato un’interrogazione al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e al Ministero della Salute affinché si faccia immediatamente chiarezza su quanto accaduto e che la compagnia Aeroitalia sia chiamata a rispondere di questa gestione assurda e disumana. Occorre stabilire regole chiare, uniformi e rispettose della dignità dei passeggeri, soprattutto di quelli che viaggiano per motivi di salute, affinché nessuno debba più rivivere esperienze del genere.
Per chi lotta contro una malattia, ogni viaggio è già una prova. Non è tollerabile che la burocrazia e l’indifferenza trasformino il diritto di tornare a casa in un calvario.






















