Il 15 settembre il Tribunale del lavoro di Trani ha condannato la società Network Contact per comportamento antisindacale, dopo la decisione unilaterale dell’azienda di applicare il CCNL Bpo (Business Process Outsourcing) in sostituzione del CCNL Tlc (Telecomunicazioni).
Per questo la deputata Francesca Ghirra ha presentato una nuova interrogazione alla Ministra del lavoro sul futuro delle lavoratrici e dei lavoratori dei call center.
“Apprendiamo con soddisfazione che il Tribunale di Trani ha condannato la Network Contact per condotta anti-sindacale, avendo scelto di imporre unilateralmente il passaggio dal contratto telecomunicazioni al Bpo” dichiara la deputata “Denunciamo da mesi che si tratta di un contratto pirata, sottoscritto da organizzazioni sindacali comparativamente meno rappresentative, gravemente peggiorativo rispetto al Ccnl Tlc già sottoscritto da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom, con riferimento ai diritti dei lavoratori, ma la Ministra non ha mai risposto ai nostri solleciti”.
E continua: “Il contratto Bpo prevede, fra l’altro, la riduzione dei permessi retribuiti, l’azzeramento dell’indennità di malattia, il taglio da 180 a 120 giorni del periodo massimo di assenza per malattia oltre il quale scatta il licenziamento, l’eliminazione degli scatti di anzianità automatici, l’eliminazione della clausola sociale nel cambio di appalto, nonché un aumento iniziale di appena 7 euro, mentre la trattativa sul contratto telecomunicazioni propone aumenti tra i 160 e i 260 euro mensili.”
“Una corsa al ribasso che colpisce un comparto con alta presenza femminile, concentrato soprattutto nel Centro-Sud e in aree economicamente fragili, dove gli appalti al massimo ribasso sono la regola” denuncia Ghirra “Un dumping contrattuale che riduce i costi a scapito dei diritti, situazione estremamente grave anche perché molte commesse pubbliche vengono gestite da aziende a partecipazione statale”.
“Chiediamo ancora una volta interventi urgenti a tutela degli operatori del settore, da anni alle prese con crisi occupazionali, dumping contrattuale e delocalizzazioni incontrollate” prosegue la deputata “Speravamo che la Ministra fosse conseguente con le sue dichiarazioni dello scorso aprile, quando riconosceva la necessità di una regolamentazione più chiara sulla rappresentatività sindacale e sulla validità dei contratti collettivi. Ma nulla ha fatto, neanche sollecitare l’approvazione di una proposta di legge che darebbe maggiori garanzie al settore e che è inspiegabilmente arenata da mesi alla Camera.”
E conclude: “È urgente intervenire per fermare questa pericolosa deriva contrattuale e restituire dignità a migliaia di lavoratrici e lavoratori che tengono in piedi un servizio essenziale per cittadini e imprese”.