“La preoccupazione per Euroallumina è sempre più forte: questa mattina alcuni operai, esasperati dalla mancanza di risposte per il loro futuro, sono saliti sul silo numero 3, a 40 metri di altezza” dichiara la deputata Francesca Ghirra “Voglio ribadire ancora una volta la mia vicinanza e quella di tutto il Partito Progressista ai lavoratori di Portovesme, che hanno deciso di assumere questa forma estrema di protesta per rivendicare il loro sacrosanto diritto al lavoro”.
“A settembre, dopo la riunione del tavolo che si era tenuto al Mimit – definito dalle sigle sindacali niente più che una riunione interlocutoria – avevo chiesto al Ministro delle imprese e del made in Italy come intendesse garantire la continuità operativa dello stabilimento e concretizzare il progetto di rilancio” continua la deputata “Le risposte di Urso erano state del tutto insoddisfacenti: non solo non era chiaro cosa intendesse fare per tutelare i posti di lavoro – ridotti da 100 a 38 unità e con 160 lavoratori in cassa integrazione a zero ore – né tantomeno come pensasse di agire per sbloccare il patrimonio della Rusal, che aveva già dichiarato di non essere intenzionata ad autorizzare l’anticipazione delle risorse finanziarie propedeutiche alla gestione ordinaria della fabbrica”.
“Si sapeva già da allora che le risorse disponibili avrebbero assicurato la continuità operativa della fabbrica per un periodo massimo di due mesi, ma neanche dopo che il 6 novembre l’azienda ha confermato che la disponibilità finanziaria residua consentiva la gestione ordinaria dello stabilimento solo fino al 31 dicembre 2025 il Governo ha mosso un dito” denuncia Ghirra “Cosa aspetta il ministro Urso a intervenire perchè i fondi vengano sbloccati?”
E conclude: “Sappiamo bene che le controllate della Rusal in altri Paesi europei, come Irlanda, Svezia e Germania, vista la strategicità delle produzioni anche dal punto di vista occupazionale, non hanno subito provvedimenti sanzionatori da parte dei rispettivi Governi. Pretendiamo che il Governo italiano si attivi per sbloccare i fondi e per garantire la continuità gestionale e occupazionale dell’azienda: parliamo di un investimento da 300 milioni di euro e di 1000 posti di lavoro a cui non abbiamo alcuna intenzione di rinunciare.”























