Ghali lo ha fatto di nuovo. Dopo aver parlato di genocidio sul palco di Sanremo 2024 di genocidio, l’artista, dopo l’uccisione dei giornalisti palestinesi, è tornato di nuovo sull’argomento, invitando i suoi colleghi ad affrontare apertamente l’argomento. “Sappiamo che, tra ieri e oggi, almeno sei giornalisti palestinesi sono stati uccisi dall’esercito israeliano. Con la loro morte, oltre al dolore di questa ingiustizia, si rischia anche la morte dell’informazione a Gaza. Uccidere chi fa informazione significa nascondere la verità, e questo è solo una delle innumerevoli crimini e violazioni dei diritti umani che si stanno commettendo“, ha scritto Ghali in un post su Instagram.
“Ormai lo sanno tutti, lo ammettono tutti: a Gaza è in atto un genocidio. Vorrei dire a chi fa musica come me, a chi scrive, a chi mette la propria faccia e la propria voce al servizio dell’intrattenimento, che dobbiamo ricordarci che stiamo vivendo tutti nello stesso lasso di tempo. Non eravamo nessuno, e ora qualcuno di noi si è costruito una vita, migliore della media,grazie alla gente che ci ha sostenuto. Non possiamo non dire una parola su ciò che sta accadendo a Gaza. Cosa cambia se lo facciamo? Sembrerà non bastare, ma la storia ci insegna che la lotta al male, le manifestazioni pacifiche, gli articoli, la voce del popolo hanno comunque fatto la differenza. Insomma, se già sta andando male, figuriamoci come andrebbe se stessimo tutti zitti”.
Poi un pensiero per le tante, troppe persone, che pur potendo esporsi hanno preferito non farlo: “In Italia tante figure si sono esposte, ma altre, incredibilmente, no. Mi voglio limitare a parlare agli artisti con cui sono cresciuto, ricordiamoci che i grandi passi si fanno sempre insieme, come la storia racconta. E possiamo farlo assieme perché condividiamo la stessa missione ,creare momenti memorabili, cambiare le nostre vite e quelle delle nostre famiglie, far divertire le persone ed essere una splendida distrazione di massa. Dio ci ha benedetti: non malediciamoci a vicenda, va tutto bene. E, nonostante le assurdità che stanno accadendo nel mondo, dalla Palestina fino ai nostri quartieri, noi siamo privilegiati a vivere in una parte del pianeta dove ogni giorno è una nuova possibilità e non una roulette russa. Uniti possiamo non avere paura di niente. Ricordiamoci che stiamo vivendo la vita insieme, e che, in qualche modo, siamo tutti vicini di casa”.
Come non è la prima volta che Ghali parla di genocidio, non è nemmeno la prima volta che invita i colleghi ad aprire bocca. Già a marzo 2024, l’artista aveva espresso il suo rammarico nei confronti dei cantanti che rimanevano in silenzio di fronte a quanto stava accadendo: “Sono deluso da tanti artisti italiani che hanno la penna per dire qualcosa, da quelli francesi, e quelli inglesi, dalla gente della moda che ti guarda dalla testa ai piedi, dai finti attivisti affamati di fama. Tutti piegati dalla paura di essere tagliati fuori da qualcosa“, scrive l’agenzia Dire all’indirizzo www.dire.it.























