“L’istituzione dei Garanti, in particolare di quello dei disabili, è un segnale molto importante per le cittadine e i cittadini ma perché vengano osservate le norme occorre dotare l’Ufficio di poteri cogenti, altrimenti si rischia di svuotare di significato il suo ruolo trasformandolo in un semplice flatus vocis”. Lo sostiene Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” facendo osservare che “l’esperienza maturata in questi anni ha evidenziato che la funzione del Garante non può limitarsi alla denuncia e al rapporto diretto con le Istituzioni a cui rivolgersi senza avere certezza dell’esito dell’intervento. Deve essere un’istituzione indipendente, autorevole, che richiede, quando interviene, il rispetto dei diritti. Perché ciò accada deve avere essere in grado di pretendere l’immediata azione risolutiva e non fare il tappabuchi”.
“Sempre più spesso – sottolinea Caligaris – l’inefficienza delle Istituzioni e degli Enti e/o la scarsa presenza di personale (talvolta anche poco preparato) e/o la burocrazia non consentono alle persone di poter vedere evasa una domanda o una richiesta urgente per risolvere una questione inerente l’individuo. Correre da un ufficio all’altro per avere una risposta diventa talmente faticoso da indurre alla rinuncia. Ciò significa che aldilà dei Garanti occorre che le Istituzioni e i servizi funzionino davvero”.
“Insomma il ricorso al Garante deve essere un’operazione da mettere in campo solo in casi estremi quando cioè il problema della persona – minore o disabile o detenuta o contribuente o anziana – non trova una risposta per ragioni inspiegabili nell’ambito di un percorso lineare e trasparente affidato a personale competente. Se invece la voce del Garante – conclude Caligaris – è una delle tante e le Istituzioni non intervengono allora non serve ai cittadini e alle cittadine. Non può essere uno scudo per le Istituzioni Occorre quindi innanzitutto investire sui servizi e renderli efficienti in modo che le garanzie e il rispetto dei diritti siano per l’intera comunità. Una condizione che da qualche decennio è davvero troppo deficitaria e un/una Garante non la può modificare solo alzando la voce”.























