Arrivato in Italia due anni fa, restava un “lupo solitario” e non ne voleva sapere di integrarsi e imparare la lingua italiana. L’allarme è scattato quando sul web ha iniziato una “ricerca spasmodica” su come confezionare ordigni esplosivi ‘fatti in casa’, reperire armi da fuoco e mettere in atto il proprio martirio. A stanare un 25 enne di origine pakistana vicino all’Isis sono stati i Carabinieri del reparto Ros di Trieste.
Associazione con finalità di terrorismo anche internazionale, addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale, istigazione a delinquere con aggravanti dell’apologia riguardante delitti di terrorismo e per aver commesso il fatto con attraverso strumenti informatici e telematici. Sono queste le accuse a carico del cittadino di origine pakistana fermato stamattina a Trieste dal reparto Ros dei Carabinieri e dai militari e del capoluogo regionale, fa sapere una nota del Comando dei Carabinieri del Raggruppamento operativo speciale.
Il fermo è avvenuto nell’ambito di un’indagine denominata ‘Medina’ della Procura distrettuale Antimafia e antiterrorismo di Trieste in materia di terrorismo di matrice jihadista, emersa dal monitoraggio che i Carabinieri del Ros effettuano, anche sul web, relativamente a soggetti potenzialmente a rischio radicalizzazione.























