La Cpo del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti invita ancora una volta i giornalisti e le giornaliste a dimostrare maggiore sensibilità nei confronti della vittima e ad un’assunzione di responsabilità nel raccontare i femminicidi, evitando di fornire una cronaca distorta di un crimine efferato, per contribuire così a spezzare gli stereotipi e i pregiudizi alla base della violenza di genere che opprime la nostra società.
Senza voler censurare, la Cpo chiede che i fatti siano raccontati con maggior rispetto per chi non c’è più. Possiamo raccontare i femminicidi per quello che sono. In questo caso, come per altri del resto, sappiamo tutto del femminicida reo confesso, della sua vita brillante, imprenditoriale e personale. Di Cinzia Pinna, che è stata barbaramente uccisa, ci viene invece fornita una descrizione parziale, ma che si sofferma su presunte patologie o ipotetiche dipendenze. Cinzia Pinna è morta non in conseguenza di questo ma perché un uomo l’ha uccisa.




















