Il 14 e 15 Novembre la Facoltà di Giurisprudenza ha ospitato il quinto convegno annuale della Labor Law Community, sul tema “I Confini del Diritto del Lavoro nella Transizione Digitale, Ecologica e Geopolitica”.
“Il convegno è stato presentato dal Rettore Mola con grande orgoglio, e trattava argomenti che spaziavano dalla “sostenibilità” ecologica, i diritti dei lavoratori migranti, fino a prospettive “femministe” sui diritti dei lavoratori. Peccato che tutto ciò fosse coperto da una grossa patina di ipocrisia in quanto, durante un panel specifico sui diritti dei lavoratori, è stato invitato a parlare Guy Mundlak, docente di Legge e Scienze Sociali all’università di Tel Aviv nella Palestina occupata.
Stessa università di Tel Aviv coinvolta da UniCa più volte negli ultimi mesi, tramite il progetto PlatinuMS e con la conferenza AIPMA. L’Università di Tel Aviv è parte integrante del complesso militare-industriale israeliano in molteplici modalità. In primis, è edificata sulle macerie del villaggio palestinese di Al-Shaykh Muwannis, distrutto nel 1948 durante la Nakba con il massacro e la deportazione forzata di oltre 2000 palestinesi. Inoltre, collabora fin dalla propria fondazione con lo Stato di Israele nel campo della ricerca militare e della sicurezza con decine di progetti e privilegi offerti all’IDF e ai militari che ne fanno parte. UniCa continua a nascondersi dietro un dito, cercando di lavarsi la coscienza con titoloni a prima vista progressisti, dopo aver fatto dichiarazioni vuote come quella che seguì il senato accademico del 30 scorso.
Tuttavia il nostro impegno per il boicottaggio accademico continua: tramite un gruppo di membri del nostro collettivo che hanno partecipato al congresso di ieri abbiamo impedito lo svolgimento dell’intervento del docente finché l’aula in cui si doveva svolgere non si è svuotata, per mostrare che gli studenti di Cagliari sanno bene da che parte stare, nonostante tutti i sotterfugi e le metodologie utilizzate dal Rettore Mola per continuare a fare accordi con l’entità sionista genocida”, affermano gli universitari aderenti ai movimenti filo palestinesi.






















