Un romanzo che attraversa secoli e generazioni di donne in una Sardegna a cavallo tra tradizione e modernità, tra passioni forti e natura selvaggia; il progressivo ritorno alla vita, dopo la chiusura voluta dalla legge Basaglia, degli spazi che un tempo ospitavano i manicomi, divenuti oggi luoghi di cittadinanza e innovazione. Il Premio letterario nazionale Salvatore Cambosu chiude l’edizione 2025, la sesta, assegnando la vittoria a due donne: a Maria Laura Berlinguer, per la sezione Narrativa, con “La cena delle anime”, edito da Harper Collins, e a Giulia Galeotti, autrice di “L’impossibile diventa possibile. La nuova vita degli ex manicomi italiani” edito da Castelvecchi.
La cerimonia di premiazione del concorso biennale, organizzato dalla Fondazione Salvatore Cambosu e dedicato alla figura del grande intellettuale sardo che, dal primo Dopoguerra fino alla scomparsa, negli anni ’60, non smise mai di affiancare l’impegno letterario alla scrittura giornalistica, si è tenuta sabato 29 novembre, a partire dalle 10, nella sala del Centro Polivalente Franco Pintus di Orotelli. Alla cerimonia, oltre ai giurati, ai rappresentanti della Fondazione e al sindaco del Comune di Orotelli, Toni Bosu, è intervenuta anche l’Assessora regionale della Pubblica Istruzione e Beni culturali Ilaria Portas.
Una selezione, quella della Giuria del Premio guidata dalla Presidente Neria De Giovanni e composta da Duilio Caocci, Simona De Francisci, Tiziana Grassi e Paolo Mastino, che per l’alta qualità delle opere pervenute si è rivelata impegnativa per i giurati, sin dalla composizione delle terne dei finalisti. Alla fine, le interlocuzioni hanno portato alla convergenza su due nomi di altissimo profilo: quello della poliedrica Maria Laura Berlinguer, divulgatrice e scopritrice di talenti e di eccellenze del Made in Italy attraverso il suo blog, ora al suo sfolgorante esordio letterario in cui torna alle sue origini familiari in Sardegna; e quello di Giulia Galeotti, giornalista dell’Osservatore Romano, per il quale è responsabile delle pagine culturali e dell’inserto settimanale “Quattro Pagine”. Un’alta qualità che si esprime anche negli altri nomi giunti in finale: per la sezione Narrativa Sara Gambazza, con “Quando i fiori avranno tempo per me”, edito da Longanesi, e Gesuino Nemus con “La donna che uccideva le fate”, per Elliot editore; per la sezione Giornalismo “L’Africa non è così” di Chiara Piaggio, edito da Einaudi, e “Aria mossa” di Giampaolo Cassitta e Pier Luigi Piredda, pubblicato da Il Maestrale.
“Il Premio Cambosu segue le orme dello scrittore cui è intitolato, perciò ha una caratura nazionale ma con forte radicamento anche in Sardegna” dichiara ai margini della Premiazione la Presidente della Giuria Neria de Giovanni. “L’edizione 2025, per la narrativa, ha visto in concorso molte opere degne di premio, così come la terna dei finalisti tra i quali è stato scelto come vincitore “La cena della anime”, l’esordio letterario di Maria Laura Berlinguer, romanzo ricco di spiritualità e bellezza con un personaggio femminile forte, come si legge nella motivazione “un ponte tra passato e presente, che rappresenta il ruolo cruciale delle donne nelle comunità tradizionali”. Per la Sezione giornalismo” prosegue De Giovanni, “la Giuria ha evidenziato un’importante presenza di testi in cui l’inchiesta giornalistica si unisce all’attenzione al sociale, ai temi dominanti dell’oggi, cosa che emerge dai titoli finalisti, tra cui il vincitore “L’impossibile diventa possibile”, Castelvecchi Editore, di Giulia Galeotti, che già nel sottotitolo spiega l’intento dell’inchiesta: La nuova vita degli ex manicomi italiani. ”Un lavoro che accompagna il lettore – si legge nella motivazione – mostrando come sia possibile trasformare ferite collettive in occasioni di cura””.
Premi letterari e giornalistici, ma non solo: come secondo tradizione, la Fondazione Cambosu ha assegnato anche il consueto e prestigioso riconoscimento a una personalità che si è distinta per meriti artistici. Premio assegnato, per l ‘edizione 2025, a uno dei più importanti rappresentanti sardi dell’arte cinematografica, il regista Salvatore Mereu. Portavoce da sempre di una poetica che affronta tematiche universali e di indagine della natura umana con uno sguardo inequivocabilmente influenzato dal sentire e dall’appartenenza sardi, le opere di Mereu, spesso ispirate alla narrativa isolana, sono state protagoniste di grandi Festival, primi tra tutti la Mostra del Cinema di Venezia. Proprio il suo ultimo cortometraggio, “Su cane est su miu”, è liberamente tratto da un racconto di Salvatore Cambosu.
“È un piacere annunciare, nell’occasione speciale dei 130 anni della nascita, i vincitori della 6ª edizione del Premio Nazionale Biennale dedicato a Salvatore Cambosu” dichiara il Presidente della Fondazione Cambosu, Piero Marteddu, che nel corso della cerimonia coglie anche l’occasione di ringraziare, a nome della Fondazione, “tutti i partecipanti a questa edizione che ha visto un numero importante di opere pervenute. Un sentito ringraziamento va anche ai membri della Giuria per il loro prezioso lavoro, all’Assessorato della Pubblica Istruzione e Cultura della Regione Sardegna, alla Fondazione di Sardegna e al Comune di Orotelli che hanno reso possibile la realizzazione dell’evento. Un grazie particolare alle Associazioni del Paese, in primis la Pro Loco, che sono state supporto indispensabile nell’organizzazione”.
L’edizione di quest’anno, sottolinea Marteddu, si è distinta, oltre che per l’elevata qualità dei testi, anche per il grande successo di pubblico che ha visto, in particolare, la presenza degli studenti del Licei Classico, Scientifico e delle Scienze Umane di Nuoro insieme ai ragazzi dalla Scuola Media di Orotelli. “Visto il risultato di quest’anno posso affermare che le premesse per la settima edizione del 2027 sono davvero buone” conclude il Presidente della Fondazione Cambosu.























