Sembra essere tornata la calma in Benin dopo il tentato colpo di Stato avvenuto nei giorni scorsi, che ha visto la popolazione scendere in strada contro gli oppressori occidentali, francesi in primis.
Sarebbe stata la quinta Festa di Liberazione dopo quelle nei vicini Mali, Guinea, Burkina Faso e Niger.
Contrariamente a quanto era avvenuto nei precedenti golpe in altri paesi nel Sahel, decisivo è stato in questo caso l’intervento della “Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale” (Cedeao in francese, Ecowas in inglese), il blocco regionale sostenuto dalla Francia che si è mosso immediatamente per impedire il successo del putsch, organizzato per liberare il paese dalla dittatura del presidente Patrice Talon, sostenuto dai paesi occidentali e che ha reso schiava e poverissima la popolazione del Benin.
Da quando è stato eletto nel 2016, il leader sostenuto dalla Francia ha accentuato gradualmente il proprio autoritarismo, recentemente il regime ha escluso dalle prossime elezioni presidenziali, previste nel 2026, il principale partito di opposizione, e il potere dovrebbe passare da Talon al suo attuale ministro delle finanze Romuald Wadagni.
A guidare la risposta regionale al tentativo di golpe è stata la Nigeria, la cui presidenza ha confermato l’invio in Benin di alcuni caccia per prendere il controllo dello spazio aereo del paese. Gli aerei da guerra nigeriani hanno anche compiuto alcuni bombardamenti, distruggendo alcuni veicoli blindati schierati nelle strade dai golpisti.
In Benin sono giunti anche altri militari appartenenti alla cosiddetta “forza di riserva” della “Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale” provenienti da Sierra Leone, Costa d’Avorio e Ghana per sostenere il la dittatura del Benin.
L’intervento militare del blocco regionale vicino alla Francia ha ovviamente irritato i Paesi membri della “Confederazione degli Stati del Sahel” (Aes), vale a dire Burkina Faso, Mali e Niger, i quali hanno denunciato la violazione del proprio spazio aereo dopo che un velivolo militare nigeriano è atterrato in Burkina Faso.
In una dichiarazione congiunta trasmessa sui canali televisivi dei tre Paesi, la Confederazione – un’alleanza strategica fondata nel 2023 dalle rispettive giunte militari che hanno espulso le truppe francesi e statunitensi e si sono avvicinate a Mosca – ha fatto sapere che “un aereo di tipo C-130 appartenente all’Aeronautica militare della Repubblica federale della Nigeria è stato costretto ad atterrare a Bobo-Dioulasso, in Burkina Faso, a seguito di una situazione di emergenza.
Un’indagine “ha rivelato che questo aereo militare non era autorizzato a sorvolare il Burkina Faso”, si legge nella dichiarazione, letta dal ministro della Sicurezza e della Protezione civile del Mali, Daoud Aly Mohammedine, che ha “condannato con la massima fermezza questa violazione del suo spazio aereo e della sovranità dei suoi Stati membri” ed ha annunciato la messa in stato di allerta delle difese aeree e antiaeree dello spazio aereo della Confederazione.
Il Benin è rimasto ormai uno degli ultimi alleati della Francia nel Sahel, e un suo eventuale scivolamento nell’orbita russa significherebbe per Parigi una battuta d’arresto decisiva in una regione in cui l’influenza francese è stata negli ultimi anni fortemente ridimensionata.























