“Negli ultimi mesi è successo un fatto inedito per il nostro Paese: il grido partito dai lavoratori portuali di Genova, decisi a bloccare tutto per difendere la missione della Global Sumud Flotilla partita per rompere l’assedio criminale imposto da Israele in Palestina, è stato accolto da milioni di lavoratori, studenti e cittadini da Nord a Sud.
Le giornate di sciopero indette dall’Unione Sindacale di Base hanno travolto tutti i posti di lavoro, di studio, le strade e le piazze delle città e bloccato per intere giornate i ritmi e la passività della vita quotidiana. Gli enormi cortei e mobilitazioni che hanno attraversato le nostre città sono stati la risposta alla necessità, individuale e collettiva, di fare qualcosa di fronte ai crimini di questo sistema, che a Gaza sono diventati evidenti al mondo intero.
Chi è sceso in piazza per la Palestina lo ha fatto non solo perchè siamo stati costretti a guardare, impotenti, un genocidio in diretta ma perchè da troppo tempo vogliono costringerci a credere che la barbarie dell’imperialismo, del colonialismo e del capitalismo sia l’unico – e il migliore – mondo possibile.
Il nostro Paese, come tutto l’Occidente, è caratterizzato da sfruttamento lavorativo e crisi economica, facciamo fatica ad arrivare a fine mese o ad immaginarci un futuro con una casa, un lavoro e dei servizi dignitosi, non sopportiamo più l’oppressione della scuola-gabbia, non più ascensore sociale, e le difficoltà di un’università costosa ed escludente.
I protagonisti delle piazze per la Palestina sono proprio quei settori sociali ai quali per anni governi di centro destra e centro sinistra hanno chiesto dei sacrifici e ora, nelle terribili immagini che arrivano da Gaza, diventano chiari i reali interessi perseguiti dalle classi dirigenti: guerra, colonialismo, sfruttamento”, affermano gli attivisti degli studenti e universitari.























