“Al tribunale di Roma abbiamo presentato un ricorso affinché vengano dichiarati nulli i contratti che la Leonardo Spa ha per la fornitura di armi, di sistemi d’arma e servizi bellici allo stato di Israele perché crediamo sia un passo necessario: la nostra Costituzione, il diritto internazionale e la legislazione nazionale non possano essere considerate carta straccia o che valgano fino a un certo punto”.
In questi termini la presidente di Arci, Raffaella Bolini, illustra all’agenzia Dire l’iniziativa intrapresa da una rete di associazioni per portare lo Stato italiano e l’azienda Leonardo Spa in tribunale, con l’obiettivo di fermare l’export di armamenti verso Israele.
Bolino continua: “Abbiamo una legge sul commercio delle armi che stabilisce il divieto di inviare armi a chi viola i diritti umani fondamentali e quindi siamo convinti che sia necessario riuscire a imporre il rispetto della legge. Nessuno- conclude- è al di sopra della legge”.
Al ricorso depositato presso il Tribunale civile di Roma, per chiedere che vengano dichiarati nulli i contratti stipulati da Leonardo Spa e sue controllate con lo Stato di Israele relativamente alla vendita e alla fornitura di armi all’Idf, hanno aderito AssoPacePalestina, A Buon Diritto, Attac Italia, Arci, Acli, Pax Christi, Un Ponte Per insieme alla dottoressa Hala Abulebdeh (o Abu Lebdeh), cittadina palestinese. Tutti sono rappresentati e difesi dagli avvocati Luca Saltalamacchia e Veronica Dini, affiancati a loro volta dagli avvocati Michele Carducci e Antonello Ciervo.
Nel corso della presentazione alla Fondazione Basso di Roma, i relatori hanno evidenziato come l’azione legale si sia resa necessaria alla luce degli oltre 70mila morti registrati a Gaza nelle operazioni militari seguite all’aggressione da parte dei commando di Hamas del 7 ottobre 2023, ma che tuttavia “da ben prima” di quella data “lo Stato di Israele porta avanti in Cisgiordania e a Gaza un’occupazione militare e un apartheid sistematico alimentati anche dalle armi che vengono vendute da partner esteri”. Secondo i relatori, “da decenni è responsabile di gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani”.
Il ricorso sia frutto del lavoro di un pull di giuristi e reti solidali ma soprattutto dell’impegno in prima persona della cittadina palestinese residente all’estero: “Questa persona” ha detto Marco Bersani, tra i fondatori di Attacc Italia, “un giorno, con una telefonata, ha scoperto che tutta la sua famiglia era stata massacrata in un raid israeliano a Gaza. Questo dimostra che il nostro ricorso non è un gesto ideologico, bensì un atto legale dietro al quale ci sono persone e vite che la incarnano”.
Bersani aggiunge: “Sul sito web della Leonardo Spa sono pubblicati i codici etici e viene anche chiarito che l’azienda non solo si impegna a rispettarli, ma anche che è pronta ad assumersi le proprie responsabilità nel caso in cui li abbia infranti. Con il nostro ricorso- conclude- chiediamo di andare a vedere se questo è successo, anche rispetto agli strumenti di due diligence della stessa Leonardo”.
Le associazioni chiedono alla magistratura che sia anche vietata la futura vendita di armi e di tecnologie militari a Israele, in particolare di quelle a oggi utilizzate nelle operazioni di terra e di cielo contrarie al diritto internazionale, condotte contro la popolazione palestinese. Gli organismi evidenziano che la Leonardo Spa è tra i maggiori produttori di armi al mondo e lo Stato italiano, attraverso il ministero dell’Economia e delle Finanze, ne è azionista di maggioranza con il 30% delle quote, scrive l’agenzia Dire all’indirizzo www.dire.it.























