È stata approvata ieri dal Senato, tra le proteste delle opposizioni, la riforma della Corte dei conti. I sì sono stati 93, 51 i voti contrari, 5 gli astenuti. Il ddl, presentato a fine 2023 dall’allora deputato Fdi Tommaso Foti, è stato approvato dall’aula del Senato nel testo identico a quello passato alla Camera e prevede una serie di modifiche in tema di danno erariale e responsabilità amministrativa. Il disegno di legge è nato con l’intento di semplificare alcune procedure e in particolare per contrastare la cosiddetta “paura della firma” da parte dei pubblici ufficiali e degli amministratori, che erano frenati dal dare l’ok a progetti e richieste (legati in buona parte ai fondi del Pnrr) per la paura di essere un domani citati a giudizio per responsabilità erariale dalla Corte dei conti.
La riforma snellisce le procedure e, tra le altre cose, abbassa al 30% del danno erariale il risarcimento che ricade sul funzionario. Stabilisce anche un meccanismo di silenzio assenso per le richieste di un parere preventivo di legittimità, da parte delle amministrazioni, alla Corte dei conti; se non arriva una risposta entro 30 giorni (estensibili a 90), l’atto è valido e si esclude il danno erariale.
Festeggiata da Fratelli d’Italia e dal centrodestra come una “riforma storica“, la nuova legge che disciplina la Corte dei conti è vista invece dalle opposizioni (e anche da buona parte dei giudici della Corte dei conti) come un ennesimo venire meno di controlli sul denaro pubblico, come un altro pezzo di Costituzione “che muore” e un potere costituzionale che viene colpito e indebolito.
Il Pd ha parlato di “arretramento gravissimo” e “svilimento” della Corte dei conti. Giuseppe Conte, invece, ha utilizzato la parola “impunità” e previsto per il futuro una “fiera dell’illegalità” con “frodi e danni erariali impuniti“. L’opposizione, e il Movimento 5 stelle in particolare, continua a sostenere che questa riforma sia di fatto una “vendetta” del governo per il parere arrivato recentemente dalla Corte dei conti sul Ponte sullo Stretto.

























