L’Oleoturismo tra tradizione, sostenibilità e nuove opportunità per il territorio.
Un nuovo passo avanti per lo sviluppo dell’oleoturismo in Sardegna: è stato firmato un Protocollo d’intesa tra l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e l’Associazione nazionale Città dell’Olio, che regolamenta la raccolta turistica delle olive su tutto il territorio nazionale.
L’obiettivo è chiaro: trasformare la raccolta delle olive in un’esperienza di viaggio sicura, educativa e sostenibile, che unisca turisti, aziende agricole e comunità locali. Non si tratta di un’attività produttiva, ma di un’esperienza partecipativa e divulgativa: i visitatori possono imparare le tecniche di coltivazione, contribuire simbolicamente alla raccolta, assaggiare l’olio extravergine e scoprire la cultura dei territori, sempre con tempi limitati, senza l’uso di macchinari e sotto la vigilanza di personale qualificato.
E proprio a Pelau, in Ogliastra, ha preso il via la stagione della raccolta turistica delle olive della famiglia Mura confermando la Sardegna come laboratorio d’eccellenza per il turismo esperienziale. Oggi un gruppo di turisti tedeschi, arrivati in bicicletta, ha visitato i vigneti e gli uliveti, partecipando a una degustazione di olio e vino. Durante la giornata hanno potuto assistere al lavoro del frantoio visionare con ammirazione la raccolta delle olive insieme alla famiglia Mura.
“Abbiamo avuto dei turisti svizzeri e tedeschi che oggi con entusiasmo sono arrivati in bicicletta visionando la raccolta delle olive e percorrendo le nostre vallate con i nostri ulivi secolari della nostra cultivar ogliastrina racconta Giulia – ed è stato bello vedere come abbiano apprezzato non solo la degustazione, ma anche la possibilità di vivere da vicino la nostra realtà agricola”. “Con questo protocollo – spiega Michele Sonnessa, presidente dell’Associazione nazionale Città dell’Olio – abbiamo aggiunto un’altra importante tappa al percorso di qualificazione dell’offerta oleoturistica, valorizzando le oltre 550 cultivar italiane, che rappresentano il 40% della biodiversità mondiale”.
Per Giovanni Antonio Sechi, vicepresidente nazionale e referente delle Città dell’Olio della Sardegna, si tratta di “uno strumento per supportare frantoiani e olivicoltori, ma anche per tutelare i turisti che desiderano vivere l’esperienza della raccolta in totale sicurezza, fermandosi nelle nostre comunità per conoscere frantoi, musei dell’olio, corsi di assaggio e degustazioni”.
Questa iniziativa contribuisce anche alla destagionalizzazione del turismo, offrendo esperienze autentiche nei mesi autunnali, al di là della sola stagione balneare. Con i suoi uliveti, i frantoi e l’ospitalità delle comunità locali, Pelau e l’Ogliastra si candidano così a diventare un punto di riferimento per il turismo esperienziale legato all’olio.

























