Il festival “Selvatica” prende vita con un programma che intreccia scienza, antropologia, cucina naturale e musica, esplorando il selvatico come radice profonda, memoria, desiderio e libertà.
L’11 e il 12 ottobre, al Centro Culturale Il Lazzaretto di Cagliari, prende vita la prima edizione di Selvatica – Roots Radici Mediterranee, un evento che invita a ripensare il rapporto con la natura attraverso incontri, laboratori e momenti di condivisione. Il festival nasce per esplorare il selvatico non come luogo remoto, ma come radice viva e relazionale, capace di proporre nuove visioni ecologiche, culturali e sociali.
La prima giornata si apre con il panel “Cos’è il selvatico?”, un dialogo con Mauro Ballero, Adriano Favole e Paolo Pecere, che intrecciano biologia, antropologia e filosofia per indagare il significato del selvatico come sapere e possibilità altra. Nel pomeriggio, il panel “La natura selvatica: relazioni e interconnessioni” coinvolge personalità come Giorgio Volpi, Maurizio Fadda, Michele Puxeddu, Irene Piredda e Claudia Zedda, con riflessioni che spaziano dalla biodiversità sarda alle foreste vetuste, fino al valore culturale delle erbe.
Il pubblico può vivere momenti conviviali grazie all’apericena selvatico con piatti a base di erbe spontanee preparati da Ester Arcucci e altri cuochi del territorio. La giornata si chiude con la musica di Max Casacci dei Subsonica e il progetto “Earthphonia”, che porta in scena i suoni autentici della natura.
Domenica 12 ottobre, il tema centrale diventa “Chi abita il selvatico oggi?”. Intervengono realtà locali e collettivi come Selvatica per Natura, con pratiche di agricoltura rigenerativa, e Agricura, che unisce olivicoltura e cura del paesaggio sardo. L’associazione Punti di Vista racconta quindici anni di educazione outdoor, mentre La Era Nuova propone percorsi di riforestazione e autosufficienza. Ci sono anche esperienze culturali come Ridda Selvaggia di Tuttestorie, l’intervento di Umbertino Fanni sull’infanzia selvatica a Sant’Elia e Valentina Erriu con una riflessione sulle api selvatiche.
Parallelamente, il festival offre laboratori aperti a grandi e piccoli: dal riconoscimento dei venti alla scoperta delle erbe, passando per attività curate dalla Cooperativa Diomedea CEAS e da Minimu’. Non mancano mostre fotografiche, un erbario collettivo e degustazioni di piatti naturali. Tra le attività collegate, escursioni guidate nelle foreste primarie, proiezioni cinematografiche in collaborazione con Su Zirculu e presentazioni di libri in librerie cittadine.
Il festival, ideato e coordinato da Elena Marconi e promosso dall’associazione Roots – Radici Mediterranee, con il sostegno della Fondazione di Sardegna e del Comune di Cagliari, è dedicato alla memoria di Massimiliano Deidda, appassionato conoscitore della natura. Nel trentennale della morte di Alexander Langer, la sua visione ecologista torna ad ispirare un evento che intreccia natura, resistenza, memoria, interconnessione, libertà, cultura, cibo, comunità.























