Olbia fondamentale, ma ora si punta su Cagliari: l’amministratore delegato di Aeroitalia, Gaetano Intrieri, spiega i prossimi obiettivi della compagnia che ha iniziato a volare nel 2022.
“Noi siamo radicati in Sardegna, abbiamo ormai quasi 300 dipendenti, a Olbia abbiamo parte anche dei nostri uffici e gran parte della manutenzione”.
Ma nel 2026 sarà Cagliari “l’aeroporto dove investiremo di più”, con un “aumento degli aeromobili basati, da quattro a sei”, spiega durante la conferenza stampa per festeggiare i primi tre milioni di passeggeri.
Non solo le rotte della continuità, ma anche le nuove rotte interne come quelle per Olbia e Alghero, “utilizzeremo i due Atr che abbiamo in flotta, ma chiediamo l’aiuto degli scali, perché l’obiettivo è dare i biglietti a un prezzo il più basso possibile, di puro servizio”.
E anche quelle internazionali, come Istanbul. Intrieri, che parla anche da docente universitario della materia, è interessato a Cagliari anche per il settore manutenzioni, e alla manifestazione di interesse della Sogaer per l’hangar dell’aeroporto: “Potrebbe essere molto importante per l’economia sarda – sostiene – il trasporto aereo ha molto bisogno di manutenzione, quella struttura potrebbe avere grande valorizzazione e noi siamo pronti a investire per le opere di ristrutturazione che servono per farla partire, soprattutto con la defiscalizzazione annunciata dall’Europa. Siamo pronti a investire parecchi soldi, può contenere anche 4 aerei per volta e impiegare tra i 200 e i 250 dipendenti”.
Nella strategia del vettore rientrano anche le collaborazioni, Intrieri è chiaro: “Ci sono molti politici sardi e a Roma che ci chiedono di intraprendere una collaborazione con l’unica altra compagnia aerea italiana, Ita Airways – sostiene – noi ci siamo e non abbiamo pregiudizi verso nessuno. Servono compagnie italiane per rendere un servizio al Paese, piuttosto che vettori stranieri che non pagano tasse in Italia e che magari si prendono i contributi pubblici”.
E l’avvicinamento a Ita è anche nella trattativa sul nome (il vettore deve cambiare nome per la confusione con il marchio Alitalia, di proprietà di Ita): “Non posso ancora rivelare nulla, ma ci sono negoziazioni in corso con Ita”.
























