“Condanniamo con fermezza l’operazione repressiva che ha portato all’arresto di nove persone e al coinvolgimento di tre associazioni, con l’accusa di finanziamento a organizzazioni politiche in Palestina. Si tratta di un grave atto di criminalizzazione delle mobilitazioni e delle associazioni solidali con il popolo palestinese in Italia.
Questi arresti, insieme ai precedenti casi di Anan, Ali, Mansour e Ahmad Salem, confermano una preoccupante deriva repressiva e un uso politico dell’apparato giudiziario volto a colpire il dissenso e a intimidire chi denuncia l’occupazione e i crimini commessi contro il popolo palestinese. La resistenza è un diritto legittimo del popolo palestinese, così come di ogni popolo in lotta per la propria autodeterminazione, ed è riconosciuta anche dal diritto internazionale. Rifiutiamo pertanto che venga arbitrariamente equiparata al “terrorismo”.
Esprimiamo la nostra piena solidarietà a tutte e tutti coloro che sono stati colpiti da questa campagna repressiva e rinnoviamo il nostro impegno a proseguire la mobilitazione contro l’occupazione, il genocidio e la complicità dell’Italia, così come contro ogni forma di repressione del dissenso.
La solidarietà con il popolo palestinese non è terrorismo”, scrivono in una nota i Giovani Palestinesi d’Italia (GPI) e l’Unione Democratica Arabo-Palestinese (UDAP).
























