Raphael Gualazzi in concerto martedì 30 dicembre alle 20.30 al Teatro Massimo di Cagliari sotto le insegne del CeDAC Sardegna: l’ecclettico cantautore, pianista e compositore, già vincitore del Festival di Sanremo nel 2011 per la categoria Giovani con “Follia d’Amore”, e per altre tre volte protagonista sul palco dell’Ariston, proporrà un’antologia delle sue canzoni accanto a celebri standards e grandi successi della musica leggera, oltre alle arie d’opera. Riflettori puntati sull’artista marchigiano, classe 1981, che ritorna nell’Isola alla testa della sua band, formata da Michele “Mecco” Guidi (tastiere, programmazione e backvocal), Luigi Faggi (tromba e backvocal), Anders Ulrich (contrabbasso e basso elettrico) e Gianluca Nanni (batteria e backvocal): un affiatato ensemble vocale e strumentale per un repertorio che spazia tra classica e jazz, pop, soul e blues, tra virtuosistici assoli, momenti intimistici in trio e metriche travolgenti.
Notte di note e emozioni, con Raphael Gualazzi (pianoforte, voce e ukulele) in scena con il suo quartetto al Massimo: all’attivo sette albums e tre EP, collaborazioni con – tra gli altri – Melody Gardot, Andrea Bocelli, Gregory Porter, Tommy Lee, Gilles Peterson e Suzanne Vega, Dee Dee Bridgewater, Camille, China Moses e Simona Molinari, Stefano Bollani, Paolo Fresu, Fabrizio Bosso, Mario Biondi, Pedrito Martinez, The Puppini Sisters, The Bloody Beetroots e Renaud Letang, Vince Mendoza, la Metropole Orkest e la WDR Big Band Köln, l’artista di Urbino è anche autore di colonne sonore per il cinema, da “Un Ragazzo d’Oro” di Pupi Avati a “Mi Pequeño Chet Baker” di Mauro Diez e la sua “Follia d’Amore” è citata in “Manuale d’Amore 3” di Giovanni Veronesi.
Nel concerto dell’antivigilia di Capodanno, Raphael Gualazzi propone i suoi pezzi più conosciuti e amati dal grande pubblico – accanto a melodie indimenticabili che appartengono all’immaginario collettivo e hanno accompagnato l’esistenza di più generazioni, reinterpretate in chiave contemporanea, con una cifra raffinata e riconoscibile dove si fondono ragtime e blues, lo stride piano di Scott Joplin e James P. Johnson e il soul di Ray Charles, fra tradizione e innovazione.






















