Ieri, 20 dicembre, al Teatro di Sant’Eulalia si è svolto il concerto per la pace contro tutte le guerre dei cantautori umanitari Angelo Cremone e Lidia Frailis.
La serata, molto partecipata e sentita, ha avuto un andamento particolare: Angelo e Lidia hanno infatti dato avvio al concerto in attesa dell’intervento di apertura di don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana, che, impegnato altrove, è riuscito a partecipare e a intervenire solo in chiusura della manifestazione. Il repertorio proposto da Angelo e Lidia è un repertorio profondamente vissuto, nato e maturato lungo il loro cammino umano e artistico. Entrambi sono da anni impegnati in associazioni che tutelano l’ambiente e le persone in senso ampio e sono promotori di numerose iniziative contro l’inquinamento ambientale e contro le diverse forme di sopraffazione che gravano sulla nostra terra.
Le loro canzoni raccontano queste battaglie e queste ferite, dando voce a una Sardegna che chiede rispetto e futuro. Brani come Sardo alza la testa, Servitù militari, Servitù industriali, Servitù energetiche, Io no! hanno scandito la prima parte del concerto, ricordando come alle servitù storiche se ne siano aggiunte nel tempo altre, fino alle più recenti servitù carcerarie, e come il rischio sia quello di vederne nascere ancora.
Dopo un primo intenso blocco musicale, è stato dato spazio all’intervento di Giacomo Meloni, segretario generale della CSS. Meloni ha parlato di pace, intesa come valore universale e augurio per tutti gli uomini, ma ha posto l’accento anche sul tema del lavoro, che deve essere un lavoro giusto, non generatore di conflitti e non fondato sul sacrificio della vita o della dignità di altri esseri umani, spesso in luoghi lontani da noi. Ha ricordato come la Sardegna abbia bisogno di un grande progetto condiviso che rimetta al centro l’agricoltura, la stessa agricoltura che nei secoli passati ha garantito la sopravvivenza delle nostre comunità. Oggi, però, quella terra è messa in discussione dall’assalto eolico e fotovoltaico e dalle logiche speculative, che rischiano di comprometterne il valore e la funzione sociale. Il concerto è poi proseguito con un secondo blocco di canzoni, tutte fortemente legate al tema della pace e della giustizia.
Successivamente ha preso la parola Marco Mameli, presidente di Assotziu Consumadores, presentato da Angelo come un compagno di tante battaglie condivise. Angelo ha ricordato alla platea la recente scomparsa della moglie di Marco, Mery, un dolore profondo che ha segnato tutti. Con grande emozione ha raccontato come Mery continui a essere idealmente presente, ricordando la piantina messa a dimora a Gesturi in sua memoria, che oggi sta crescendo rigogliosa.
Marco Mameli, visibilmente commosso, non ha però perso il filo del suo intervento né la grinta che lo contraddistingue. Ha parlato delle diverse storie familiari da cui provengono molti di loro, famiglie di lavoratori dipendenti o di agricoltori, che pur tra mille difficoltà riuscivano, in passato, a garantire ai figli lo studio e l’accesso all’università. Oggi, invece, la crisi e la precarietà che colpiscono l’agricoltura rendono questi obiettivi sempre più difficili da raggiungere in Sardegna. Mameli ha sottolineato l’assenza di un progetto complessivo per l’isola, la presenza di tanti problemi irrisolti e la mancanza della capacità politica di affrontarli davvero. Ha ricordato il ruolo fondamentale delle associazioni e delle organizzazioni di categoria nell’affrontare i grandi temi, ma ha anche ribadito che, se si vogliono ottenere risultati concreti, è necessario “sporcarsi le mani” ed entrare direttamente in politica.
Dopo un ulteriore blocco di canzoni, questa volta ispirate all’amore, scritte da Angelo e Lidia o da loro tradotte, la serata si è avviata verso la conclusione. Un momento speciale, anche perché il concerto ha coinciso con il settantesimo compleanno di Angelo, celebrato proprio quel giorno, e con quello di Lidia, festeggiato solo poche settimane prima. In chiusura è intervenuto don Marco Lai, che ha ripreso e ampliato i temi della serata parlando dell’importanza della pace e della necessità di bandire la guerra.
Ha ricordato le iniziative portate avanti dalla Caritas su questi fronti e ha citato con forza l’impegno di Papa Francesco per la pace, sottolineando la continuità di questo percorso con Papa Leone XIV, che sta proseguendo sulla stessa linea. Don Marco ha richiamato anche le figure di altri Pontefici, da Giovanni XXIII con l’enciclica Pacem in Terris a Giovanni Paolo II e il suo instancabile lavoro per il dialogo interreligioso.
Ha raccontato l’esperienza dei campi estivi per i giovani, che accolgono ragazzi provenienti da diverse parti del mondo, e i percorsi di dialogo e confronto con musulmani ed ebrei, come strumenti concreti di costruzione della pace. Rivolgendosi infine ad Angelo e alle associazioni presenti, don Marco ha citato Omar Zaire e ha ricordato come queste battaglie per la giustizia, la pace e la dignità delle persone siano un cammino condiviso da quando erano giovani, un percorso fatto di impegno, coerenza e lavoro comune, che continua ancora oggi.





















